lunedì 28 febbraio 2011

festa al Dal Verme

Ma si dai, un gran casino, tantissima gente, tutti premiati, alla fine siamo andati a ritirare le targhe degli operatori e non abbiamo ritirato le nostre medaglie ;) fa niente.

Il bello di queste manifestazioni è che incontri un sacco di gente, il che non guasta mai.
Fuga generale alla spicciolata dopo le 12.

domenica 27 febbraio 2011

e che è?

Questo week end posso dire di essere stata particolarmente sfigata? boh facciamo l'elenco:

1.       Tagliata  mano sinistra con carta cesso ikea.
2.       Tagliato labbro con crosta di pane .
3.       Lavato e tinto tutto di arancione, riuscita a smacchiare federa bianca che da arancione diventata giallina.
4.       Tosse cavernosa
5.       Freddo ai piedi
6.       Mal di schiena
7.       Incazzatura gigi che voleva uscire nel pomeriggio
8.       Litigato con presidente ledha via mail
9.       Litigato con Gio (ma questo è normale)
aspetto la prossima... domani siamo al Dal Verme ad ascoltare l'assessole Landi attualmente alla Salute per il Comune di Milano. Sarà una conferenza preelettorale? BOH, vedremo.

martedì 22 febbraio 2011

dai che ce la facciamo!

Far fare dei lavori è sempre difficile! è un mese che ho dato le chiavi per una imbiancatura, una posa di 1 mq di piastrelle (1 metroquadro!! giusto per la carrozza da doccia!!!) e l'imbiancatura è di 3 localini che non ne avrebbero neanche bisogno.
 Forse dopodomani ... cmq giovedì saliamo a vedere. Settimana dopo saliamo con la mamma e inauguriamo, spero di fare qualche foto che poi posto.

Sinceramente non so se è perchè non siamo su, o perchè a quelli del posto schifa lavorare per piccole cose, cmq è sempre dura.

Sarà anche più dura fare allargare la pavimentazione esterna per far passare comodamente la carrozza.

Ehi, se non avevamo i problemi legati dalla disabilità non dovevamo far fare  i lavori, andava bene come era! se non avevamo bisogno di spazio per girare con la carrozza e la comoda non ci spostavamo di casa! Cavoli!!!
E poi non mi devo arrabbiare...

domenica 20 febbraio 2011

domenica piovosa

La domenica si preannuncia pessima, freda e piovosa, io proseguo con la mia bronchite, penso che staremo in casa a parte la messa delle 10.

Ci prepariamo psicologicamente a salire a metà settimana per un raid di controllo, verrà anche Cesare e la mamma (forse). Se riusciamo facciamo un minimo di trasloco.

Però oggi non ho proprio voglia di fare un bel niente.

Ho postato il video della Grabiasca, mi sa che ci aspettano mesi di casini su quella curva

Grabiasca si allarga la strada Antenna 2 TV 170211.mpg

venerdì 18 febbraio 2011

una giornata normale

Dopo 3 settimane di stress una giornata quasi normale, spesa, incontrato ex colleghe alla esselunga, fatto il bucato, stirato, insomma stiamo rientrando nella normalità, o quasi

martedì 15 febbraio 2011

Signore delle cime

Per il mio papà


Cara Pinuccia,

ho saputo ieri sera che Don Vittorio al termine del funerale di mia  cugina Augusta, ha avvisato del decesso del tuo caro papà  Roberto.
Ti faccio di cuore  le più fraterne e sentite condoglianze che vorrai estendere a tutti i tuoi cari e in modo particolare alla tua amata  mamma.
Ho conosciuto Roberto - per quel poco che ho potuto - come uomo tutto d’un pezzo, con convinzioni cristiane radicate, amante della contemplazione della montagna, della natura che gli parlava di Dio; uomo dedito alla sua famiglia,  alla sua casa circondata da una varietà di fiori e piante, che lui stesso amava  curare.
Rimarrà nel mio ricordo come persona mite, trasparente e sincera, come amico di famiglia  (ricordava sovente mia mamma… e mi chiedeva del fratello Pasquale). Sono certo che il Signore Risorto gli darà il premio riservato al servo buono e fedele  e lo farà entrare nel  suo Paradiso.
Con un ricordo di preghiera  tutto particolare per il tuo caro papà Roberto e per tutti voi,  ti rinnovo le mie sentite condoglianze. Un forte abbraccio.
Don Colombo.

domenica 13 febbraio 2011

Papà è morto

Questa sera, ha chiamato mio fratello, papà ha avuto una crisi cardiaca. Gio è salito a Bergamo, io non potevo, non si può lasciare Gigi a casa da solo.
Mezz'ora fa Cesare ha richiamato: papà è morto.
Stava male, era uscito ieri dal Bolognini, con la testa non ci stava più da almeno 3 anni, però aveva dei momenti di lucidità.

Sto pensando al passato, a tutto quello che ci siamo scambiati. A quando ero piccola e si andava in montagna. Alle arrabbiature, a 2 anni fa quando vennero per un mese e mezzo nell'appartamento vicino in montagna. A Natale quando venne a pranzo e già faticava a mangiare. Al primo compleanno che non abbiamo festeggiato, questo: lui compiva gli anni il 1 gennaio e sempre ci siamo trovati a festeggiare meno quest'anno.

Sto pensando alla tristezza di morire così.

Sono angosciata, ma non riesco a piangere.

mercoledì 9 febbraio 2011

file analisi eccetera

Oggi mattinata a fare analisie prenotazioni, sono un pò "basita". Passerà. Gigi non è per niente in forma e ha chiacchierato tutta notte. Domani saliamo in montagna, mi viene male al pensiero del trasloco, oh Dio, non c'è roba molto grossa da portare su, un divano e la scarpiera e poi cose piccole, ma rognose, tipo gli abiti.

Speriamo in bene, e speriamo che si sbrighino a sistemare la casa nuova.


Nel frattempo siamo sull'incasinato per il "Contratto di ingresso" che la Fondazione ci vorrebbe far firmare, Quel giorno che il Comune non contribuira' piu' ci troveremo a dover sostetenere tutto. E una volta creato il precedente poi si estenderebbe anche agli altri centri.

L'unica cosa positiva è che papà ha iniziato a mangiare e che Gigi l'hanno messo in fisioterapia da lunedì.

domenica 6 febbraio 2011

le Parole e la paura 5 febb, Concita Degregorio

Le parole e la paura
di Concita De Gregorio
Un soffio costante di vento. Un passaparola tra persone di carne, non il megafono della tv, ha convocato questa gente qui. Una manifestazione di cui nessuno, se non chi l’ha voluta e sostenuta, ha mai parlato. Nessuna televisione, i quotidiani nazionali – gli altri – da ultimo e per forza, giusto ieri una colonna. Eppure a mezzogiorno del primo giorno di sole, ieri, a Milano la metro era colma. Ragazze, moltissime. Famiglie. Coppie. Gente tranquilla, ridente, quieta. Alle due, un’ora prima della manifestazione, il Palasharp era pieno. Diecimila persone sedute. Moltissime altre, arrivate dopo, sono rimaste fuori. Non ho mai visto, in tanti anni di cronaca politica, una riunione così imponente di persone così poco rumorose. Applausi tanti, certo. Ma niente cori, nessuna canzoncina, niente insegne di nessun genere tranne qualche vessillo tricolore. Qualche cartello scritto a penna, portato da casa. Un silenzio, durante gli interventi, unanime e all’unisono. Il silenzio di chi ascolta. Era talmente avvertita, misurata, critica e attenta, la gente in sala, che questa volta l’incredibile comunicato congiunto scandito a memoria dai Cicchitto, Capezzone e varii altri valvassori che urlano sono «fascisti di sinistra, vogliono piazzale Loreto» risulta proprio fuori misura, come un vestito da sera al mare, precotto e non adatto all’occasione. Hanno preparato una risposta standard per qualcosa che immaginavano fosse come l’avrebbero fatta loro. Invece non era così. Hanno sbagliato, ancora una volta non hanno ascoltato. Se urlano così forte, del resto, vuol dire che hanno paura: questa volta hanno paura. Lo stesso capo in testa ce l’ha: non bisogna dal loro credito, ha detto. E poi ha dato disposizione al suo intermittente spin doctor di scatenare "il Foglio" contro la manifestazione del 13. Anche quella si sente crescere e lo innervosisce parecchio. Perciò hanno dato mandato ai loro scriba di far passare la cosa come un’assemblea di moraliste che ce l’hanno con le prostitute. Di nuovo: non hanno ascoltato, non hanno letto, non hanno seguito. Ma non da ieri: da anni. Potrebbero fare qualche ricerca d’archivio, o anche sfogliare gli editoriali e gli articoli recenti. Se ne guardano bene. Non è il dialogo né il confronto il loro obiettivo. È cercare e trovare lo slogan più efficace per demonizzare l’avversario e fare in modo che non sia ascoltato per principio, a priori e a prescindere. Temono più di ogni altra cosa la parola che porta il pensiero. È questo che li innervosisce. La possibilità che la parola, col tam tam, dilaghi sebbene fuori dal loro controllo. Proprio di questo, che è quel che avevamo scritto ieri qui e abbiamo ripetuto al Palasharp, hanno parlato tutti, ieri pomeriggio, con una misteriosa ed eloquente convergenza di pensiero. Bisogna invece ridare senso e dignità alle parole, ripartire dall’ascolto. Di questo hanno parlato Eco Saviano e Salvatore Veca, «l’uso sapiente e responsabile delle parole», la capacità di ascoltare e farsi sentire, il ponte con l’altra metà del paese. Sandra Bonsanti, una ragazza di settant’anni, ha dato la parola a Giovanni Farizzo, un ragazzino di 13. Le figlie di Biagi hanno letto parole del padre insieme sul palco.
Milva, indomita, accanto a Irene Grandi, 50 anni di musica in mezzo. Susanna Camusso, sindacalista, ha spiegato che in tutto il paese, non solo ad Arcore, c’è qualche serio problema rispetto alla sessualità. Logiche da bar, da barzelletta al potere, ha concluso idealmente il suo discorso Lorella Zanardo, manager. Saviano ha parlato a braccio, a lungo, come se fosse a casa davanti a pochi amici. Paul Ginsborg da casa a Firenze, si sentiva il sorriso. Scalfaro in video, esortava le donne. Eco a Marcegaglia: io vado a letto tardi, signora, ma è perché leggo Kant. Molta ironia nelle parole serissime di Zagrebelsky, molto vigore in quelle del maestro Pollini così poco abituato all’oratoria pubblica. Ci vediamo il 13, dicevano tutti alla fine. E sì, ci vediamo in piazza il 13: faranno il diavolo a quattro, i servi del padrone, vedrete. È normale. Tranquilli. È solo che hanno paura. Lui ha paura, e loro – che sono utensili – fanno grancassa.

sabato 5 febbraio 2011

giovedì 3 febbraio 2011

Brutto momento

Papà sta male, è in ospedale, siamo saliti oggi a Bergamo, non so come andrà a finire

mercoledì 2 febbraio 2011

cose che succedono: Riflessione

cose che succedono: Riflessione: "È un cancro        Berlusconi è un cancro, ha degradato l’Italia, i costumi, il modo di pensare, ..."

Riflessione


È un cancro       

Berlusconi è un cancro, ha degradato l’Italia, i costumi, il modo di pensare, e allegramente prosegue la sua attività distruttrice.


Mezza Italia  non l’ha ancora capito che è un cancro, che bisogna distruggerlo.  L’altra metà  dell’Italia ha provato ad ignorarlo, poi a denigrarlo, qualcuno anche a distruggerlo, distruggendosi.


Adesso dopo quasi un ventennio di distruzione, il tessuto è marcio, metà marcio. La domanda è: riuscirà la metà sana dell’Italia a debellarlo, ricostruire i tessuti della famiglia, del lavoro, dei rapporti sociali, della solidarietà, dei Valori veri?

pinuccia

martedì 1 febbraio 2011

La Candelora

La Candelora, per la sua collocazione all'inizio del mese di febbraio, e quindi proprio nel bel mezzo dell'inverno, quando le giornate iniziano visibilmente ad allungarsi, è stata oggetto di detti e proverbi popolari quale, ad esempio, il detto romanesco:
Quanno viè la Candelora
da l'inverno sémo fóra,
ma se piove o tira vènto,
ne l'inverno semo drénto.
In Lombardia il detto equivalente:
Madona de la sceriôla
de l'inverno sém fôra.
Se'l piôf o tira vent,
n'del'inverno sem dént.
Traduzione
Madonna della Candelora
dall'inverno siamo fuori
Se piove o tira vento
nell'inverno siamo dentro
A Trieste per la Candelora c'e questo detto:
Se la vien con sol e bora
de l'inverno semo fora;
se la vien con piova e vento,
de l'inverno semo drento.
In Istria talvolta si aggiunge:
La Madona Candelora
se la vien con sol e bora
de l'inverno semo fora;
se la vien con piova e vento,
de l'inverno semo drento,
se la ven co'l serenà
l'inverno xe passà.