giovedì 20 dicembre 2012

La Scala Mobile


La Scala Mobile è stata negoziata nel 1975 dal segretario della CGIL Luciano Lama assieme agli altri sindacati e a Confindustria, atto a recuperare il potere d'acquisto perso dal salario a causa dell'inflazione. La scala mobile verrà abrogata tra il 1984 e il 1992 dai governi di Bettino Craxi e Giuliano Amato, con l'accordo degli stessi sindacati.

 

Ecco me lo ricordo quando abrogarono la scala mobile, ero già in CGIL , veramente sono entrata nel 1973, quindi… Eravamo tutti incazzati ma i funzionari del PCI dissero a ripetizione che ERA UNA COSA BUONA E PER I NOSTRI FIGLI E PER IL NOSTRO FUTURO.

Il governo era di Sinistra, e noi lavoratori la prendemmo in quel posto.

Quell’anno approvarono la 104, la legge per la tutela dell’handicap.

Senza soldi, approvarono un testo senza finanziamento. I soldi arrivarono poi nel 2000. Si potevano prendere i permessi per handicap ma non c’era copertura,, né stipendio né figurativo. Io ho 2 anni  di contributi da recuperare a causa di quel buco.

E le stesse facce dei “compagni del PCI” che firmarono l’abolizione della scala mobile, le stesse facce da rimbambiti, le ho viste oggi allo SPI, le vedo quando incontro persone del sindacato per discutere della mia mobilità e di quando andrò in pensione (mai?) oppure per discutere della nuova tassa sull’Handicap che il Comune di Milano vuole istituire.

Ah sì, ma non c’è niente di ufficiale, ah ma io disinformo (dice Majorino a me su facebook quando gli contesto questa scelta)  ma caro il mio assessore, documenti alla mano, la sinistra che abbiamo tutti appoggiato, ce la sta mettendo in quel posto così come fece con la scala mobile.

Solo che allora eravamo ancora piccoli, e il consenso o dissenso erano comunque espressi, ora siamo grandi e vaccinati e sfiduciati.

Ma non ci faremo calpestare i diritti dei nostri figli, no no no!

 

Tavolo tecnico proposta compartecipazione alla spesa



Appunti   17 dicembre 2012
Tavolo Tecnico ; Compartecipazione alla spesa
Presenti
Comune: Pasqui, Vavassori, Maritati, A.S.
3^ settore: Consorzio SIR, Coop. ??
4^ settore: Morali/LedhaMilano, Fasani, Tullo e Degradi, Guarnieri e Manzoni

La dott.ssa Pasqui e tutti gli altri presenti avevano letto le nostre osservazioni e prese di posizione.
Ecco la proposta avanzata oggi dal Comune:
In via provvisoria e sperimentale, in attesa che si definisca l’ISEE nazionale, l’Amministrazione Comunale e’ intenzionata a chiedere una compartecipazione a quota fissa su base giornaliera di frequenza
In particolare
-          per I CDD: 7,50 euro al giorno (calcolo sulle 7 ore), trasporto gratuito e mensa a Euro 2.60/pasto
-          per I CSE e SFA; 6 euro al giorno (anche per chi frequenta da 3 a 5 ore al giorno), trasporto a carico della persona o, per  casi di non autosufficienza, possibilita’ di chiedere il contributo all’Ufficio Trasporti, mensa a carico della persona secondo le richieste dell’Ente gestore
La dott.ssa Pasqui spiega la differenza di trattamento con l’impossibilita’ di affrontare SUBITO il maggior carico economico.
Viene ribadito da esponenti del 4^ settore l’ambiguita’ di questa richiesta, perche’ si deve partire dall’ISEE individuale e ad ISEE 0, la compartecipazione non puo’ che essere richiesta ragionevolmente sulla valorizzazione della quota oraria dell’indennita’ di accompagnamento che e’ di 0,68 euro/ora e non 1 euro/ora.
Richiamando il nostro documento, faccio presente l’illegittimita’ di utilizzare strumenti diversi da ISEE 0, e una manifesta disponibilita’ di alcuni genitori a contribuire con una quota fissa di 60 euro. (una valorizzazione di circa 0.30 euro/ora) A questa ipotesi  non aderisce neanche il gruppo LedhaMilano che ribadisce la posizione precedentemente espressa dal documento ufficiale presentato al Comune.
Sempre secondo il Comune, la richiesta di presentazione di ISEE individuale metterebbe in difficolta’ le famiglie, (eventualita’ confermata anche dagli esponenti del 3^ settore), costrette ad un’ulteriore prassi burocratica,  perche’ non tutti I CAF sono in grado di compilare ISEE individuali (in genere compilano quelli famigliari), e gli uffici comunali che non sono pronti per fare una valutazione di pltre 1500 ISEE.

Per ragioni di semplificazione, tenuto conto che siamo in una fase sperimentale provvisoria, che la stragrande parte degli utenti dei servizi risulterebbe comunque con ISEE 0  e in rispetto della normative vigente, il Comune assumerebbe come consegnati e verificati tutti gli ISEE individuali e li riterrebbe certificati a 0.

Dopo Natale l’Assessorato presentera’ al Tavolo Tecnico un documento che terra’ conto di quanto segue;
-          la normative vigente (ISEE individuale)
-          valorizzazione di una quota dell’indennita’ di accompagnamento, riducendo la quota per gli utenti CSE e SFA per compensare parzialmente il momentaneo mancato accoglimento dell’equiparazione ai CDD per spese di mensa e trasporto
-          possibilita’ di esenzione dalla compartecipazione per le famiglie che dimostreranno il loro stato di necessita’ attraverso l’ISEE famigliare, secondo le norme vigenti
-          I proventi della compartecipazione al costo del servizio verranno reinvestiti nel Settore Disabilita’






                                                                                                             Elena Manzoni

               

mercoledì 19 dicembre 2012

Una giornata senza internet

Ieri sera alle 19 è cascato un ....mug (che cosa è non lo so, qualcosa in centrale hanno detto), morale che siamo rimasti senza rete fino ad ora.
Non sono sempre in internet, anzi, ma lo scelgo io di non starci, avevo delle cose da sistemare, la posta da inoltrare, un macello.

Già, internet- dipendente, mannaggia.
Il fatto è che come quando manca la corrente, ti senti perso, non puoi più fare le cose che facevi normalmente, a cui ti sei abituata.

Scelgo io di stare senza internet, quando vado in montagna preferisco una bella passeggiata, comunque dopo 2 reclami e quasi 24 ore di astinenza, è tornato il collegamento: evviva!

Bah, avevo anche l'umore bislacco, dovrò andare a disintossicarmi? Non so, dopodomani siamo in montagna, là non mi intossico di sicuro, se sopravviviamo alla fine del mondo dei Maja, andremo a fare passeggiate e passeggiate, spero.



lunedì 17 dicembre 2012

La festa delle Spighe

Domenica 16 ci siamo trovati per la festa di Natale alle Spighe. Cosa sono le Spighe? E' un progetto che da 20 anni si adopera con volontari per animare il tempo libero dei disabili del quartiere Barona. Trovarsi tutti insieme per la Festa di Natale ha un significato particolare, stare insieme, vivere in allegria una festa, che per molti disabili significa solitudine, e nella solitudine del proprio handicap si sente maggiormente la propria diversità. Vivere questi momenti di gioia insieme in allegria ha il senso di farci capiche che "insieme si può".
Non c'è solo il Natale, ci si trova un paio di volte al mese, i genitori possono anche non esserci, ci sono i volontari che si occupano dei nostri ragazzi.

Quando si vive una situazione di disabilità, con l'andar del tempo vengono a mancare le forze e le energie per reagire e proporre cose nuove, "momenti di vita" complementari, momenti di arricchimento, come andare al mare e in montagna o in gita, cose che per chi è normodotato sono "normali", ma per  le famiglie che vivono quotidianamente l'handicap, diventano ostacoli spesso insormontabili.

Stare insieme e confrontarsi ci fa sentire meno soli e più determinati nelle nostre scelte, ci fa capire che INSIEME SI PUO'.

Si può essere più sereni
Si può pensare che un Domani migliore può essere realizzabile.

Stiamo pensando di costituire una Casa Famiglia. E' un progetto ambizioso, ci vogliono soldi, ci vuole uno spazio grande senza barriere architettoniche, con i servizi igienici adeguati, con un paio di assistenti alla persona, con la supervisione di un Ente di fiducia, come la Don Gnocchi, ad esempio.

Vorremmo evitare che i nostri ragazi finiscano in una RSD, vorremmo creare una rete di solidarietà che garantisca ai nostri ragazzi una qualità di vita pari a quella che tentiamo di offrirgi noi come famiglie.

Il progetto c'è, i soldi mancano, stiamo cercando gli spazi, poi Dio provvederà? La nostra Fede e la nostra costanza basteranno?

sabato 15 dicembre 2012

oh mamma!

Finalmente sono riuscita a sistemare il blog, fosse il browser (Opera ?) fosse che boh non riuscivo a trovare la quadra e avevo perso anche tutti i link laterali.
Bene, finalmente posso ripartire.


Ci aspetta la settimana più fredda dell'anno, per  un fenomeno di  inversione termica, farà più freddo in pianura che in montagna. A finesettimana dovremmo salire a Valbondione, ci prepareremo per la giornata del Natale, preparerò il pollo ripieno del Davide, spero mamma e Cesare saliranno. Questa settimana non dovrei avere riunioni, cioè sì ma preferirei bucare.
I pacchetti li abbiamo preparati oggi pomeriggio, è scesa una nebbia gelida che non promette niente di buono.
Una volta qui in Italia c'era un clima temperato mediterraneo, ora c'è un clima  continentale... senza avere l'arguzia e l'intelligenza delle popolazioni continentali, tipo Svezia o Finlandia.
Dal punto di vista sociale stiamo regredendo a passi da gigante.
Ridicolo che i giovani non riescano a svezzarsi e che i vecchi si ridicolizzino in TV , sto vedendo di sbieco Ranieri, che pena!

Domani è un altro giorno, si vedrà, perchè Gigi non vuole capire di vivere alla giornata?
Forse perchè l'abbiamo abituato a VIVERE tutte le sue giornate senza troppe pause? Forse perchè quest'ansia di vivere deriva dal timore del NON vivere?
Il terrore di perdere la vita da un momento all'altro senza averla vissuta, e allora cercare spunti per tenere sempre desta la sua attenzione.
Solo che gli anni passano e le nostre forze diminuiscono, già quest'anno abbiamo rinunciato al mare, ma il prossimo crisi o non crisi, se riusciamo ad avere la carrozza nuova, il mare non lo saltiamo.




venerdì 14 dicembre 2012

Gedi

Il Gepi era il Pastore Tedesco del signor Ambrogio. Un bellissimo esemplare, lasciava peli dappertutto ed era affettuosissimo. Mamma aveva un colbacco di pelo di volpe. Chissà cosa passava per la testa a Gedi, tutte le volte che si andava dal signor Ambro in inverno, la casa era quella sopra la centrale di Valcanale sotto la Chiesa, lui, il Gedi, metteva le zampe sulle spalle di mamma e le leccava la faccia.
Ci facevamo tante risate, mamma più gli diceva di andare via, più lui la leccava, fin che si decideva a togliersi il colbacco di pelo dalla testa.

Inverno


Ecco siamo quasi a Natale, finalmente prima giornata di calma, senza riunioni stressanti. Hai voglia! Ho nostalgia della montagna, anche se ogni volta scendo con un raffreddore pauroso. Penso che sabato prossimo saliremo per fare il Natale su, verrà anche la mamma e Cesare? Boh!
Oggi alla Esselunga, con una neve bellissima, neanche tanto fastidiosa, coperti bene. Ho preso una bottiglia di Genepy. E mi è venuto in mente quando ero bambina , una bambina solitaria, ero in Valcanale e il capo della Centrale Enel, il signor Ambrogio, quando veniva a trovarci, per poi andare a fare un giro di controllo insieme per le condotte della valle, mi urlava sempre : "Pinoooooooo... Pino solitario! Andiamo che poi ci beviamo un bel Genepy!".

Poi si partiva su alle piattine, su in Piassal Vach, lungo i sentirei alti ma non troppo, a guardare panorami mozzafiato.  Con papà si andava a esplorare le caverne, trovavamo stalattiti e stalagmiti di ghiaccio che formavano spettacolari presepi.

Ma quel Genepy, che poi io essendo piccolina (10 anni) sorseggiavo appena, me lo ricordo bene, insieme al "latte di suocera" che non sono mai andata oltre che pucciarci la lingua.

Allora Valcanale era intatta. Non avevano ancora fatto scempio delle sue montagne.

Non si sa cosa succederà, tante persone sono mancate, altre vivono altrove, io non sono più un "Pino solitario " ma anche dopo la nascita di mio fratello mi sono sempre sentita così: pino solitario.



giovedì 13 dicembre 2012

L'ASINO E IL CONTADINO


 Un giorno l'asino di un contadino cadde in un pozzo.
 Non si era fatto male, ma non poteva più uscire.
 Il povero animale continuò a ragliare sonoramente per ore. Il contadino era straziato dai lamenti dell'asino, voleva salvarlo e cercò in tutti i modi di tirarlo fuori ma dopo inutili tentativi, si rassegnò e prese una decisione crudele.
 Poiché l'asino era ormai molto vecchio e non serviva più a nulla e poiché il pozzo era ormai secco e in qualche modo bisognava chiuderlo, chiese aiuto agli altri contadini del villaggio per ricoprire di terra il pozzo.
 Il povero asino imprigionato, al rumore delle palate e alle zolle di terra che gli piovevano dal cielo capì le intenzioni degli esseri umani e scoppiò in un pianto irrefrenabile. Poi, con gran sorpresa di tutti, dopo un certo numero di palate di terra, l'asino rimase quieto. Passò del tempo, nessuno aveva il coraggio di guardare nel pozzo mentre continuavano a gettare la terra.
 Finalmente il contadino guardò nel pozzo e rimase sorpreso per quello che vide...
 L'asino si scrollava dalla groppa ogni palata di terra che gli buttavano addosso, e ci saliva sopra. Man mano che i contadini gettavano le zolle di terra, saliva sempre di più e si avvicinava al bordo del pozzo. Zolla dopo zolla, gradino dopo gradino l'asino riuscì ad uscire dal pozzo con un balzo e cominciò a trottare felice.
 MORALE:
 Quando la vita ci affonda in pozzi neri e profondi, il segreto per uscire più forti dal pozzo é scuoterci la terra di dosso e fare un passo verso l'alto. Ognuno dei nostri problemi si trasformerà in un gradino che ci condurrà verso l’uscita. Anche nei momenti più duri e tristi possiamo risollevarci lasciando alle nostre spalle i problemi più grandi, anche se nessuno ci dà una mano per aiutarci.

mercoledì 12 dicembre 2012

Mariarita





Fantastica Mariarita! anni fa mi disegnò tantissime illustrazioni per le fiabe, oggi la pensavo e mi chiedevo come sta? Mamma mia come passano gli anni, passano, pensi di avere più tempo per te e per fare le cose che ti piacciono e poi ti rendi conto che non è per niente vero! Siamo quasi a Natale io spero che per tutti sia un Natale ricco di serenità e calore e amicizia e speranza.

domenica 2 dicembre 2012

la tassa sui disabili del comune di Milano

Con la sentenza n. 5185/2011 del 31 maggio 2011, depositata in Segreteria il 16 settembre 2011, il Consiglio di Stato ha confermato in modo inequivocabile che gli assistiti, qualora si tratti di soggetti con handicap in situazione di gravità, devono contribuire esclusivamente sulla base delle loro personali risorse economiche senza alcun onere per i congiunti conviventi o non conviventi. Il Consiglio di Stato ha fondato la sua decisione anche sulla base della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dal nostro Paese con la legge n. 18/2009, affermando quanto segue: «La giurisprudenza ha già sottolineato che la Convenzione si basa sulla valorizzazione della dignità intrinseca, dell’autonomia individuale e dell’indipendenza della persona disabile (v. l’articolo 3, che impone agli Stati aderenti un dovere di solidarietà nei confronti dei disabili, in linea con i principi costituzionali di uguaglianza e di tutela della dignità della persona, che
 nel settore specifico rendono doveroso valorizzare il disabile di per sé, come soggetto autonomo, a prescindere dal contesto familiare in cui è collocato, anche se ciò può comportare un aggravio economico per gli enti pubblici)». Si ricorda che le norme di legge riguardanti i soggetti con handicap grave sono identiche a quelle concernenti gli ultrasessantacinquenni non autosufficienti.
 
 Nella sentenza n. 1607/2011 del 15 febbraio 2011, depositata in Segreteria il 16 marzo 2011, la Sezione quinta del Consiglio di Stato ha stabilito che l’evidenziazione della situazione economica del solo assistito (soggetto con handicap permanente grave o ultrasessantacinquenne non autosufficiente) contenuta nei decreti legislativi 109/1998 e 130/2000 «costituisce uno dei livelli essenziali delle prestazioni da garantire in modo uniforme nell’intero territorio nazionale» a
 cui «sia il legislatore regionale sia i regolamenti comunali devono attenersi».
 
 le prestazioni relative ai centri diurni «rientrano pacificamente nei Livelli essenziali di assistenza» e che «gli Enti locali coinvolti sono (…) immediatamente tenuti a far fronte ai suddetti oneri (…) essendo stati vincolati ad applicare una disposizione immediatamente precettiva introdotta a tutela di una fascia di popolazione particolarmente debole».
 
Io chiedo una cosa: se il minimo vitale per il 2012 è di 591 € e un disabile grave percepisce circa 492,97 e al mese di accompagno, come è possibile che una colonia estiva di 15gg la facciano pagare 2500€ e un soggiorno in RSD per un mese costi 3000 €? Dove li trova questi soldi il disabile grave?
 
Risposta di Luca:
Legittimamente io ritengo che anche l'iniquità sia un principio da cui stare alla larga e, ripeto, non è equo che alcuni paghino ed altri incassino
8-9-10.000 euro al mese!!!
Quindi, per favore dite che qualche familiare non è daccordo con alcuna compartecipazione poichè ritiene che le tasse debbano servire a questo.
Se c'è qualcosa da tagliare dovrebbero essere gli emolumenti e poi si vede di partecipare a mettere quello che manca.
Grazie
Luca

mercoledì 31 ottobre 2012

Per Davide


Milano, 30 ottobre 2012

 

TU, DAVIDE, L’AMICO DI TUTTI

 

Nel tuo nome, tre sillabe

Davide caro!

Ma per esse una Vita

 un mondo intero.

Dalla tua storia buia è scaturito

dono immenso d’amore.

Due genitori buoni avevi accanto

caparbi nel donarti il loro io

pronti al rispetto di te,

lo meritavi!

Eri schietto e deciso, si vedeva

volentieri parlavi d’ogni cosa,

sorridevi … ridevi … ci guardavi.

Forte l’eredità che ci hai lasciato

la serberemo in noi, felicemente.

E semi nuovi ancor ci donerai!

 

MARIA TERESA MOSCONI

 

domenica 14 ottobre 2012

La disabilità a Milano: problematiche

A più di un anno dall'insediamento della nuova amministrazione i temi aperti relativi alla disabilità sono ancora numerosi e diversi problemi si sono trasformati in vere e proprie emergenze.  Molti sono i segnali che ci giungono dalle persone con disabilità, dalle loro famiglie e dal mondo dei servizi che evidenziano come non sia sostenibile la mancanza di risposte ai continui interrogativi posti all'Amministrazione Comunale.
A fronte di questa situazione le associazioni e il sistema dei servizi sono giunte separatamente alla medesima conclusione: dover sollecitare in modo deciso risposte concrete e segnali chiari e significativi da parte dell'Assessorato alle Politiche Sociali ed in particolar modo dalla Direzione Settore Disabilità.
Pertanto è stato richiesto un incontro alla D.ssa Anzaghi per sottoporre alla attenzione  sua e dell'Assessorato i punti che qui di seguito riportiamo sinteticamente, ponendo l'accento sul fatto che, nella situazione attuale, il fattore "tempo" risulta determinante; l'assenza di risposte così protratta nel tempo ha creato forti tensioni che stanno spingendo le persone con disabilità, le famiglie e il mondo dei servizi a ricercare forme di evidenza pubblica per rendere manifesta la situazione.
Per questo motivo è stato chiesto al Comune di Milano, tramite il direttore di settore, di poter avere riscontri certi e scritti alle questioni poste entro e non oltre martedì prossimo 2 ottobre, richiamando fortemente l'attenzione sul fatto che le risposte che arriveranno dall'Assessorato saranno la discriminante relativamente ad eventuali forme di pubblica protesta.

PUNTI
1)       passaggi concreti di implementazione del piano di zona (dalla teoria alla prassi)
    a)      avvio tavoli tematici: tempistica convocazione (entro 3 settimane), composizione, coordinamento e modalità di partecipazione
    b)       Tempi e obiettivi

2)      rapporto difficoltoso con l’apparato amministrativo del settore:
    a) necessità di ridefinire l’organigramma alla luce della particolari difficoltà segnalate con l’area di riferimento, al rapporto coi nuclei zonali, CSE-SFA-CAD e residenzialità
    b) problematiche legate agli NDD

3)      risposta alle situazioni emergenziali  già più volte segnalate
    a.     CDD SFA CSE:    scorrimento liste di attesa 200 persone in lista - richiesta di piano di rientro (specifiche percentuali di inserimento per mese, investimento che si intende fare per mese)
    b.    CAD: attivati solo 6 CAD su 10 accreditati
    c.     residenzialità: scorrimento liste di attesa e sblocco pronto intervento, aggiornamento rette legate al processo di accreditamento
    d.    ProgettaMI: implementazione  retta "sperimentazione" e analisi modello di presa in carico su cui lavorare anche progettualmente
    e.     partecipazione alla spesa (avvio politiche di partecipazione improntate al “pagare il giusto” ed in modo equo)
    f.     vacanze: copertura, contribuzione  e tempistiche. Quali risposte per fascia 15-18 anni ?
    g.    ADH: riavvio del sistema
    h.    Innalzamento età da 60 ai 65 anni passaggio a settore anziani: la gestione del processo
    i.     art. 14 328/2000 presa in carico globale: avviato percorso con prof Croce, raccolte richieste formali di stesura progetti: cosa accade ora? Mantenimento attenzione e finanziamento sui PEI che gli NDD ritengono opportuno avviare in concorso con le famiglie e le persone con disabilità
l.      vita indipendente


legge di stabilità


Non disponendo ancora del testo ufficiale (che verrà depositato a giorni alla Camera) questa prima analisi si basa sulla versione del disegno di legge sottoposta al Consiglio del Ministri e sulle successive dichiarazioni di provenienza ministeriale.
Il quadro che ne esce non è positivo per le persone con disabilità e i loro familiari e, più in generale, per le fasce più a rischio di povertà del nostro Paese.

In sintesi:
- vengono attuati nuovi pesanti tagli al Servizio Sanitario Nazionale che comporteranno una ulteriore riduzione qualitativa e quantitativa dei servizi;
- vengono ulteriormente ridotti i trasferimenti alle Regioni costringendole ad un’ulteriore compressione dei servizi ai cittadini;
- vengono aumentate di un punto le aliquote IVA diminuendo il potere di acquisto delle famiglie;
- vengono ridotte le aliquote più basse di tassazione IRPEF senza produrre significativi vantaggi per i redditi più bassi , e non producendo alcun effetto per i 3.4 milioni di poveri del nostro Paese;
- vengono per la prima volta considerati redditi imponibili le provvidenze economiche riservate alle persone disabili, producendo effetti negativi a cascata;
con efficacia finanziaria molto ridotta, si interviene sui permessi riservati ai lavoratori (esclusi i lavoratori disabili, genitori, coniuge) il che assistono un familiare con grave disabilità, riducendone in quei giorni la retribuzione del 50%.

Questo il quadro in estrema sintesi, ma si invita alla lettura che riserva altre sorprese e approfondimenti. Su www.handylex.org

venerdì 31 agosto 2012

E' morto un grande uomo

Carlo Maria Martini è morto all'Aloisianum, l'istituto filosofico dei gesuiti di Gallarate che era diventato la casa dell'arcivescovo emerito di Milano dal 2008, quando era rientrato dalla Terra Santa per curare il Parkinson.
Il cardinale, nato a Torino nel 1927 e che proprio quest'anno aveva festeggiato i sessant'anni di sacerdozio, non ha mai nascosto i tormenti della malattia che aveva colpito lui come aveva fatto con Giovanni Paolo II, ma l'ha sempre affrontata con coraggio sino alla fine. Un coraggio, un "animo sereno" e un "fiducioso abbandono alla volontà del Signore" riconosciuti da papa Benedetto XVI nel messaggio di cordoglio rivolto all'arcivescovo di Milano, Angelo Scola, ai familiari e a tutta la Diocesi per la perdita di un uomo, anzi "un caro fratello che ha servito generosamente il Vangelo e la Chiesa".


Quando Gigi frequentava il catechismo, andavamo spesso in Duomo alla Tradityo e alla Redditio, e spesso abbiamo incontrato il Cardinale.
Ricordo la sua stretta di mano forte e calda, rassicurante, come un grande papà che ti confortava ogni volta che incontravi il suo sguardo.
La sua stretta e quella di Giovanni Paolo II erano molto simili, e mi avevano turbato per la loro forza e dato forza per perseverare nella Fede e in quello in cui Credo.

Ho sentito molto la sua mancanza, sentivo molto il suo carisma, sentivo che era deluso dalla gente, è capitato a Milano nel periodo del riflusso, lui non si stancava di portare avanti iniziative e aveva coraggio.  E lo si sentiva a pelle questo suo coraggio.

Con grande rimpianto ma con la fiducia che da lassù ci guiderà con energia e forza e non ci lascerà mai soli, ricordo questo grande uomo.

pinuccia

lunedì 23 luglio 2012

La mafia


Se qualcuno pensa che la mafia sia solo al sud Italia, si sbaglia di grosso. La mafia è qui al nord alla grande! E da tanto anche, direi da sempre.
Per me che ho sempre creduto nella democrazia e nella libertà di parola ed espressione, che ho fatto sindacato per quasi 40 anni, che non ho mai avuto peli sulla lingua, che sto lottando tuttora per i diritti dei disabili, indipendentemente che abbia o meno un figlio disabile, per me che pensavo di rilassarmi finalmente dopo una vita di lotte e di lavoro, è stata una batosta rendersi conto che non si è proprio liberi per niente, che la mafia ignorante e presuntuosa è dappertutto, non accetta critiche, non sopporta chi non è d’accordo con le sue azioni. Ti sopprime o cerca di sopprimerti, di annullarti prima tentando di screditarti e poi, se non ce la fa, bastonandoti psicologicamente.

E questa è la mafia del nord, quella dei padroni, quella dei pieni di soldi, quella di quelli che non soffrono questa crisi perché la fanno pagare a noi.

Questo per commentare una cosa assurda: mi hanno bannato da un profilo di face book, quello del Consorzio Turistico di Valbondione. E perché? Perché ho chiesto quando sarebbe partito il servizio Medico Turistico estivo, affermando anche che i turisti hanno ben diritto di avere questo servizio sanitario, pagando ben due ICI.  E così ho dato fastidio a qualcuno che stupidamente mi ha bannato.

Dato che gestisco parecchi siti in rete, è la prima volta che mi succede, e questo mi ha fatto ulteriormente riflettere sulla stupidità.
Così come avevo riflettuto sul potere che non vuole essere criticato e questo relativamente alla gestione della disabilità.

Il potere desidera che ritorniamo nell’oblio e che rimaniamo chiusi in casa o negli istituti, sicuramente pagando rette non sostenibili, ma i diritti nostri non esistono più?! No non me la fanno bere questa. Mi spiace per loro, non voglio morire e allora avanti tutta.

E non voglio lasciare a mio figlio un mondo peggiore, no, mi ribello a questo impoverimento di valori, mi ribello a chi dice “una volta…” anche mio fratello parla in questo modo come se la caduta di valori sia una cosa irreversibile come il tempo che ti mangia la carne e le ossa. No, io non posso ribellarmi al tempo e alla stanchezza, ma mi ribello a tutto quello che ci porta indietro.  Accidenti ho lottato sempre per avere un mondo migliore da lasciare ai giovani, non me lo distruggerete!

giovedì 5 luglio 2012

giovedì 28 giugno 2012

nuovo isee articolo di Giacobini su handylex

ISEE: verso il nuovo decreto

La Legge 22 dicembre 2011, n. 214 (nota come manovra Salva-Italia) ha previsto, all’articolo 5, un successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri e su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze. Questo decreto dovrà rivedere sia le modalità di determinazione che i campi di applicazione dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE). Il decreto doveva essere approvato, sentite anche le competenti Commissioni parlamentari, entro la fine di maggio del 2012, ma al momento è ancora in fase di elaborazione presso le sedi ministeriali.
Si tratta di un intervento che interessa milioni di famiglie italiane: l’ISEE è uno strumento per ponderare il reddito di un nucleo familiare. Considera, attualmente, tutti i redditi IRPEF dei componenti, il 20% del patrimonio della famiglia e sottopone la somma risultante ad una scala di equivalenza: quanto più numeroso è il nucleo, tanto più basso sarà l’ISEE.
È uno strumento che ha la sua logica, ma che viene usato attualmente solo per alcune prestazioni sociali agevolate, non per tutte. Per altre ci si riferisce al reddito IRPEF (ad esempio per le pensioni di invalidità); per altre ancora al reddito dell’interessato e del coniuge (assegno sociale).
La determinazione dell’ISEE è attualmente disciplinata dal Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 109 (e successive modificazioni e regolamentazioni).
Intervenire sull’ISEE significa, innanzitutto, modificare i suoi tre elementi costitutivi e cioè:
a) l’indicatore della situazione reddituale (ISR);
b) l’indicatore della situazione patrimoniale (ISP);
c) le scale di equivalenza per la ponderazione della composizione del nucleo.
Inoltre significa ridefinire i campi di applicazione (a quali servizi prestazioni si applica) e decidere se, in taluni casi, anziché all’ISEE dell’intero nucleo ci si debba riferire alla sola situazione del singolo cittadino che richiedere prestazioni agevolate.
Tutto ciò dovrà essere rivisto e, rispetto alle nuove modalità di calcolo, l’articolo 5 citato fissa i seguenti principi ispiratori del successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri: 
  • adottare una definizione di reddito disponibile che includa la percezione di somme anche se esenti da imposizione fiscale e che tenga conto delle quote di patrimonio e di reddito dei diversi componenti della famiglia nonchè dei pesi dei carichi familiari, in particolare dei figli successivi al secondo e di persone disabili a carico;
  • permettere una differenziazione dell’indicatore per le diverse tipologie di prestazioni.Rispetto invece ai campi di applicazione, il secondo periodo dell’articolo 5 rimanda al medesimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che dovrà individuare le agevolazioni fiscali e tariffarie e le provvidenze di natura assistenziale che a decorrere dal 1° gennaio 2013, non possono essere più riconosciute ai soggetti in possesso di un ISEE superiore alla soglia individuata con il decreto stesso.
  • migliorare la capacità selettiva dell’indicatore, valorizzando in misura maggiore la componente patrimoniale, sita sia in Italia sia all'estero, al netto del debito residuo per l'acquisto della stessa e tenuto conto delle imposte relative;

Le preoccupazioni

Le preoccupazioni maggiori, nate già all’indomani dell’approvazione della Legge 214/2011 e aumentate in questi mesi, si possono così sintetizzare:
  • per il calcolo del nuovo ISEE ci si riferisca anche a pensioni, indennità e assegni riservati agli invalidi civili, ciechi, sordi;
  • l’ISEE calcolato con le nuove modalità sia più svantaggioso per le famiglie italiane e, in particolare, per quelle in cui sia presente una persona con disabilità;
  • il nuovo limite ISEE si applichi anche alle provvidenze assistenziali riservate agli invalidi civili, ciechi, sordi compresa l’indennità di accompagnamento e l’indennità di comunicazione fino ad oggi erogate a prescindere da qualsiasi reddito.
Si tratta di preoccupazioni più che motivate, anche perchè non si può dimenticare che l’indicazione di rivedere l’ISEE è contenuta all’interno di una norma di rigido contenimento della spesa e a poco valgono le rassicurazioni circa gli intenti equitativi o di razionalizzazione.

Verso il nuovo decreto

Negli ultimi due mesi il Ministero del Lavoro ha elaborato diverse stesure del decreto di ridefinizione dell’ISEE e confrontandosi, oltre che con altri referenti istituzionali, anche con le organizzazioni sindacali, le associazioni delle persone con disabili, le Regioni e i Comuni.
In questo momento si è giunti ad una bozza piuttosto definita, anche se passibile di ulteriori correzioni, prima di essere sottoposta all’esame (consultivo) del Parlamento.
Le analisi che seguono, si basano su tale bozza provvisoria che potrebbe, quindi, essere modificata nelle prossime settimane.
Si tratta di un testo molto tecnico, visto l’ambito trattato, del quali esponiamo i tratti salienti, sorvolando su altri.

L’indicatore della situazione reddituale (ISR)

Nella normativa finore vigente vengono computati i redditi (complessivi) ai fini Irpef e gli eventuali proventi agrari (da dichiarazione IRAP) di tutti i componenti del nucleo familiare.
La reale novità introdotta dall’articolo 5 è l’inclusione nell’ISR della percezione di somme anche se esenti da imposizione fiscale.
La bozza di decreto, conseguentemente, ampia l’elencazione di ciò che debba rientrare nella componente reddituale includendo, quindi, oltre al reddito complessivo ai fini IRPEF, anche:
  • il reddito figurativo delle attività mobiliari (es. titoli, azioni …);
  • trattamenti a qualsiasi titolo percepiti da Amministrazioni pubbliche.
  • i redditi soggetti a imposta sostitutiva o a ritenuta a titolo di imposta;
  • le rendite catastali dei beni immobiliari (es. abitazione);
Vista l’enorme rilevanza dell’ultima voce è opportuno indicare cosa questa possa includere stando alla bozza di decreto:
  • pensione sociale;
  • tutte le provvidenze economiche (pensioni, assegni, indennità) concesse agli invalidi civili, ciechi civili, sordi
  • assegno di maternità;
  • voucher o contributi per prestazioni sociali (quali, ad esempio, i contributi per la “vita indipendente”);
  • assegni di cura;
  • indennità agli invalidi del lavoro;
  • contributi (nazionali o regionali) per l’abbattimento di barriere architettoniche o per l’acquisto di prodotti tecnologicamente avanzati;
  • ogni altro contributo pubblico.
Tutte queste voci nella normativa ancora vigente non sono computate.

Franchigie e detrazioni

Dalla somma dei redditi e delle somme percepite, sono ammesse alcune franchigie:
  • per chi vive in affitto il valore del canone annuo previsto nel contratto di locazione per un ammontare massimo di euro 7.000;
  • per chi risiede in abitazione di proprietà, una franchigia pari a 5.000 euro, accresciuta di 500 euro per ogni componente il nucleo familiare successivo al primo, fino ad un massimo di euro 7.000;
  • 3500 euro di franchigia per ogni persona con disabilità media (più sotto ne specifichiamo il significato) presente nel nucleo;
  • 5000 euro di franchigia per ogni persone disabilità grave o non autosufficiente presente nel nucleo.
Dalla somma dei redditi, inoltre, possono essere detratte alcune spese:
  • le spese sanitarie per disabili e le spese per l’acquisto di cani guida (detraibili in denuncia dei redditi), nonché le spese mediche e di assistenza specifica per i disabili (deducibili in denuncia dei redditi) fino ad un massimo di 6000 euro
  • le spese per collaboratori domestici e addetti all’assistenza personale (solo se regolarmente assunti direttamente) fino ad un massimo di 5000 euro; questa seconda detrazione viene ammessa solo per le persone non autosufficienti.
Riassumendo: nei nuclei familiari in cui è presente una persona con disabilità, si sommeranno oltre ai redditi, anche altre somme (es. indennità di accompagnamento o assegno di cura); si potranno detrarre alcune spese (sempre che siano dimostrabili) e vi sarà una franchigia differenziata.
Scompare dalle scale di equivalenza il parametro aggiuntivo dello 0.50, precedentemente riconosciuto per i nuclei in cui fosse presente una persona con disabilità con invalidità superiore al 66%.

Le disabilità

È indispensabile, a questo punto, spiegare cosa si intenda per disabilità media, disabilità grave, non autosufficienza, poiché le diverse condizioni comportano un diverso trattamento. Il Ministero, nel tentare di elaborare una non facile definizione, si è “scontrato” con il ben noto marasma degli inquadramenti vigenti delle diverse invalidità.
Disabilità media: minori invalidi titolari di indennità di frequenza, invalidi civili dal 67 al 99%; Sordi prelinguali; invalidi per servizio terza e seconda categoria; invalidi per lavoro 50-79%, invalidi INPS.
Disabilità grave: invalidi civili al 100%, Ciechi civili parziali, invalidi per lavoro 80-100%, invalidi per servizio prima categoria, inabili INPS.
Non autosufficienza: titolati di indennità di accompagnamento (ciechi e invalidi civili), invalidi sul lavoro con diritto all’assegno per l’assistenza personale e continuativa, inabili INPS con diritto all’assegno per l’assistenza personale e continuativa, invalidi per servizio con diritto all’assegno di superinvalidità.
La bozza di decreto non propone alcun riferimento alla certificazione di handicap (Legge 104/1992).
Per comprendere il reale impatto di questa formulazione dei nuovi criteri (che ci auguriamo possano essere profondamente rivisti), rimandiamo alle simulazioni in fondo all’articolo.

L’indicatore della situazione patrimoniale (ISP)

L’articolo 5 della Legge 214/2011 prevede che alla componente patrimoniale (mobiliare e immobiliare) sia attribuito un maggior peso nel calcolo dell’ISEE.
Nella bozza di decreto la definizione di patrimoni (mobiliari e immobiliari) è molto più precisa e circostanziata di quella vigente. L’obiettivo è di fare in modo che alcuni patrimoni (in particolare mobiliari) non sfuggano al calcolo dell’ISEE.
È inclusa nell’elenco dei fabbricati anche la casa di abitazione: i valori computati sono quelli adottati anche per l’IMU.
Dal valore di ciascun fabbricato, area o terreno, si detrae, l’ammontare dell’eventuale debito residuo derivante da un eventuale mutuo.
Per i nuclei familiari residenti in abitazione di proprietà, il valore della casa di abitazione, al netto del mutuo residuo, è considerato in proporzione pari a tre quarti.
Anche sul patrimonio mobiliare (azioni, titoli, partecipazioni azionarie, masse patrimoniali ecc.) è prevista una franchigia massima di 5.000 euro.
Il totale dell’indicatore della situazione patrimoniale (ISP) pesa al 20% nel calcolo finale del ISE. Viene cioè sommato all’Indicatore della Situazione Reddituale, prima di essere diviso per i parametri delle scale di equivalenza (composizione del nucleo) che definiscono l’ISEE.

Le scale di equivalenza

L’articolo 5 indica la volontà di intervenire sui “pesi dei carichi di famiglia” e cioè di favorire le famiglie numerose e quelle in cui sia presente una persona con disabilità. Riferendosi all’ISEE, questo significa anche una modificazione delle scale di equivalenza, cioè di quei parametri applicati a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare (es.: tre componenti, 2,04; quattro componenti, 2,46; ecc.).
Attualmente la scala di equivalenza è la seguente.
Numero componenti
Parametro
1
1,00
2
1,57
3
2,04
4
2,46
5
2,85

Nella bozza di decreto in via di definizione la tabella rimane uguale, ma vengono modificati i parametri aggiuntivi e cioè:
  • incremento di 0,35 per ogni ulteriore componente;
  • maggiorazioni per nuclei familiari con figli minorenni:
    a) 0,2 in caso di tre figli minorenni, 0,35 in caso di quattro figli minorenni, 0,5 in caso di almeno cinque figli minorenni;
    b) 0,2 per nuclei familiari con figli minorenni, elevata a 0,3 in presenza di almeno un figlio di età inferiore a tre anni compiuti, in cui entrambi i genitori o l’unico presente abbiano svolto attività di lavoro e di impresa per almeno sei mesi nell’anno di riferimento dei redditi dichiarati.
Nella sostanza i parametri aggiuntivi favoriscono maggiormente quelle famiglie la cui numerosità sia dovuta alla presenza di bambini.
Scomparirebbe, invece, il parametro aggiuntivo dello 0,5 attualmente previsto “per ogni componente con handicap psico-fisico permanente di cui all'art. 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, o di invalidità superiore al 66%. “
Il motivo, teoricamente, è attribuibile alla contemporanea introduzione della franchigia di 3500 e 5000 euro rispettivamente per le “disabilità medie” e per le “disabilità gravi” o “non autosufficienze”.
L’introduzione della franchigia al posto del parametro aggiuntivo dovrebbe avvantaggiare di più i redditi più bassi.

Come si applica l’ISEE?

Uno dei maggiori problemi applicativi attuali, che peraltro generano contenzioso, risiede nel fatto che le Regioni e i Comuni operano con notevole discrezionalità nel definire l’ISEE e, quindi, i relativi limiti e condizioni di compartecipazione alla spesa per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate.
Il tentativo è di fissare un criterio unico di calcolo e di applicazione validi su tutto il territorio nazionale: questo è chiaramente indicato nella bozza di decreto in via di elaborazione. L’applicazione dell’ISEE costituisce livello essenziale delle prestazioni, ai sensi dell’articolo 117, lettera m), della Costituzione.
Tuttavia la bozza di decreto prevede comunque una “via di fuga” per le Regioni e i Comuni: quando “necessario” possono prevedere, accanto all’ISEE, criteri ulteriori di selezione volti ad identificare specifiche platee di beneficiari.
Questo potrebbe consentire di introdurre altri elementi “restrittivi” quando l’ISEE non consenta di ridurre i potenziali utenti “agevolati”.
Il rischio è che l’attuale contenzioso si trasferisca dall’ISEE ai “criteri ulteriori” che gli enti possono adottare.

ISEE familiare o ISEE individuale

Un altro dei rilevanti motivi di contenzioso di questi anni in ambito di partecipazione alla spesa, è stato il condizionamento negativo all’opportunità di considerare il solo ISEE (o reddito) personale e non quello familiare per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate assicurate nell’àmbito di percorsi assistenziali integrati di natura sociosanitaria, erogate a domicilio o in ambiente residenziale a ciclo diurno o continuativo, rivolte a persone con handicap permanente grave.
La bozza di decreto affronta anche questo aspetto: in alcuni specifici casi non si farà più riferimento alla composizione “classica” del nucleo familiare, ma ad una composizione più “vantaggiosa”.
In quali casi? Per le prestazioni agevolate di natura socio-sanitaria e cioè quelle assicurate nell’ambito di percorsi assistenziali integrati di natura sociosanitaria rivolte a persone con limitazioni dell’autonomia, ovvero interventi in favore di tali soggetti:
  1. di sostegno e di aiuto domestico familiare finalizzati a favorire l'autonomia e la permanenza nel proprio domicilio;
  2. di ospitalità alberghiera presso strutture residenziali e semiresidenziali, incluse le prestazioni strumentali ed accessorie alla loro fruizione, rivolte a persone non assistibili a domicilio;
  3. atti a favorire l'inserimento sociale, inclusi gli interventi di natura economica o di buoni spendibili per l’acquisto di servizi.
In questi casi il nucleo familiare è composto, oltre che dal beneficiario (solo se maggiorenne) dal coniuge, dai figli minori di anni 18, nonché dai figli maggiorenni a carico. Se questi familiari non sono presenti nel nucleo, ovviamente non vengono computati, come non vengono computati altri familiari che non siano il coniuge o i figli.
Un esempio: persona paraplegica, coniugata, con due figli minori e la suocera convivente; il nucleo di riferimento esclude la suocera ed vengono computate 4 persone (parametro 2,46 + eventuali maggiorazioni).
Un altro esempio: maggiorenne con autismo, convivente con madre e padre, e due fratelli; in questo caso sono esclusi dal computo sia i genitori che i fratelli e il nucleo di riferimento è di una persona, cioè il beneficiario stesso (parametro 1).
Nella sostanza non esiste più l’ISEE individuale come previsto dalla pur controversa normativa attuale.
L’ipotesi prospettata tende a favorire persone adulte con disabilità gravi che vivono in famiglia e che, verosimilmente, non sono in grado di costituire un proprio nucleo familiare. Sono al contrario svantaggiati le persone con disabilità che abbiano costituito una propria famiglia.
Va sottolineato, invece, che questa ipotesi “di favore” non riguarda i minori.

Su quali prestazioni si applica l’ISEE

Come già detto, l’articolo 5 della Legge 214/2012 prevede che il decreto individui le agevolazioni fiscali e tariffarie e le provvidenze di natura assistenziale che a decorrere dal 1° gennaio 2013, non possono essere più riconosciute ai soggetti in possesso di un ISEE superiore alla soglia individuata con il decreto stesso.
Nella bozza di decreto sono individuate le nuove soglie solo per due tipologie di assegni di sostegno al reddito. Le nuove soglie, che entreranno in vigore dal primo gennaio 2013 riguardano:
  • l’assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori (nuova soglia 8500 euro)
  • l’assegno di maternità di base che sarà concesso alle donne con ISEE inferiore a 16.500 euro.
Non sono fissate, al momento, soglie ISEE per l’indennità di accompagnamento (oggi non c’è limite reddituale), né per le altre prestazioni assistenziali concesse agli invalidi civili.

Come detto, il testo-bozza del decreto è ancora in fase di ridefinizione. È, quindi, possibile che nelle prossime settimane intervengano aggiustamenti o correzioni migliorative.
28 giugno 2012
Carlo Giacobini
Direttore responsabile di HandyLex.org

Simulazioni - comparazione indicatore situazione reddituale (ISR)

Le simulazioni che seguono si riferiscono ai soli indicatori della situazione reddituale, dando per fissa ed eguale la situazione patrimoniale (sulla quale non incide la presenza di una persona disabile nel nucleo).
Le simulazioni evidenziano gli effetti delle misure introdotte dal decreto in via di elaborazione e cioè:
  • computo delle provvidenze assistenziali agli invalidi civili ai fini dell’ISR (indicatore della situazione reddituale), inclusi voucher, bonus, assegni di cura, contributi per la vita indipendente;
  • eliminazione del parametro aggiuntivo di 0,50 previsto in precedenza nel caso di presenza nel nucleo di una persona con invalidità superiore al 66%;
  • introduzione della deduzione forfettaria di 3500 euro per ogni persona con disabilità media e 5000 per ogni persona con disabilità grave o non autosufficiente presente nel nucleo
  • introduzione della deduzione fino a 6000 euro per spese sanitarie per disabili;
  • introduzione della deduzione fino a 5000 euro delle spese per badanti e assistenza personale riservata ai soli non autosufficienti

Caso 1.

Famiglie di 4 componenti; con identico reddito IRPEF (35.000)
Famiglia A: non ci sono persone con disabilità.
Famiglia B: minore con disabilità, titolare di indennità di frequenza. 2000 euro di spese sanitarie annue.
Famiglia C: persona disabilità grave, titolare di pensione per invalidità al 100% oltre ad un contributo per l’assistenza domiciliare (totale 5000 euro). 2000 euro di spese sanitarie annue.
Famiglia D: persona non autosufficiente con pensione di invalidità, indennità di accompagnamento e contributo in forma di voucher (totale 12000 euro). 2000 euro di spese sanitarie annue. 9000 euro di spese per badanti, di cui solo 5000 ammesse.

Domani
Ieri
A. 4 componenti senza disabili
14227,6
14227,6
B. 4 componenti figlio disabilità media
13406,5
11824,3
C. 4 componenti figlio disabilità grave
13414,6
11824,3
D. 4 componenti figlio non autosufficiente
14227,6
11824,3

Caso 2.

Famiglie di 2 componenti; con identico reddito IRPEF (25.000)
Famiglia A: non ci sono persone con disabilità.
Famiglia B: minore con disabilità, titolare di indennità di frequenza. 2000 euro di spese sanitarie annue.
Famiglia C: persona disabilità grave, titolare di pensione per invalidità al 100% oltre ad un contributo per l’assistenza domiciliare (totale 6000). 2000 euro di spese sanitarie annue.
Famiglia D: persona non autosufficiente con pensione di invalidità, indennità di accompagnamento e contributo per l’assistenza domiciliare (totale 14000). 2000 euro di spese sanitarie annue. 7000 euro di spese per badanti, di cui solo 5000 ammesse.

Domani
Ieri
A. 2 componenti senza disabili
15923,6
15923,6
B. 2 componenti, uno disabile medio
14636,9
12077,3
C. 2 componenti, uno disabilità grave
15286,6
12077,3
D. 2 componenti, uno non autosufficiente
17197,5
12077,3

Caso 3.

Famiglie di 3 componenti; con identico reddito IRPEF (30.000)
Famiglia A: non ci sono persone con disabilità.
Famiglia B: persone con disabilità, titolare di assegno ai. 3000 euro di spese sanitarie annue.
Famiglia C: persona disabilità grave, titolare di pensione per invalidità al 100% oltre ad un voucher per l’assistenza indiretta. 3000 euro di spese sanitarie annue.
Famiglia D: persona non autosufficiente con pensione di invalidità, indennità di accompagnamento e contributo per la vita indipendente. 3000 euro di spese sanitarie annue. 7000 euro di spese per badanti, di cui solo 5000 ammesse.

Domani
Ieri
A. 3 componenti senza disabili
14705,9
14705,9
B. 3 componenti, uno con disabilità media
13225,5
11811,0
C. 3 componenti, uno con disabilità grave
13235,3
11811,0
D. 3 componenti, uno non autosufficiente
15343,1
11811,0

Simulazioni su famiglie con non autosufficienti che percepiscono contributi in forma di assegni di cura o di contributi su progetti per la vita indipendente.

Da far notare che nella maggioranza delle Regioni le spese per l’assistenza personale devono essere effettivamente documentate e quindi sostenute. Spesso, quindi, le spese per badanti o assistenti sono molto superiori al limite di 5000 euro previsto dalla bozza di decreto.

Caso 4.

Famiglie di 4 componenti; con identico reddito IRPEF (35.000)
Famiglia A: non ci sono persone con disabilità.
Famiglia B: minore con disabilità, titolare di indennità di frequenza. 2000 euro di spese sanitarie annue.
Famiglia C: persona disabilità grave, titolare di pensione per invalidità al 100% oltre ad un contributo per l’assistenza domiciliare. 2000 euro di spese sanitarie annue.
Famiglia D: persona non autosufficiente con pensione di invalidità, indennità di accompagnamento e contributo per la vita indipendente (1500 euro/mese). 6000 euro di spese sanitarie annue. 12000 euro di spese per badanti, di cui però solo 5000 ammesse alla detrazione.

Domani
Ieri
A. 4 componenti senza disabili
14227,6
14227,6
B. 4 componenti figlio disabilità media
13406,5
11824,3
C. 4 componenti figlio disabilità grave
13414,6
11824,3
D. 4 componenti figlio non autosufficiente
18821,1
11824,3

Caso 5.

Famiglie di 3 componenti; con identico reddito IRPEF (30.000)
Famiglia A: non ci sono persone con disabilità.
Famiglia B: persone con disabilità, titolare di assegno ai. 3000 euro di spese sanitarie annue.
Famiglia C: persona disabilità grave, titolare di pensione per invalidità al 100% oltre ad un voucher per l’assistenza indiretta. 3000 euro di spese sanitarie annue.
Famiglia D: persona non autosufficiente con pensione di invalidità, indennità di accompagnamento e contributo per la vita indipendente (1500 euro/mese). 6000 euro di spese sanitarie annue. 12000 euro di spese per badanti, di cui però solo 5000 ammesse alla detrazione.

Domani
Ieri
A. 3 componenti senza disabili
14705,9
14705,9
B. 3 componenti, uno con disabilità media
13225,5
11811,0
C. 3 componenti, uno con disabilità grave
13235,3
11811,
D. 3 componenti, uno non autosufficiente
20245,1
11811,0

Giovanni e la strega Ignoranza

Una favola per piccoli e grandi, non proprio a lieto fine, perché nella realtà la “Strega Ignoranza” è sempre in agguato. Ma per Giovanni – almeno in sogno – è stato bello sconfiggerla, così come aveva fatto con il Drago Rotelle, la Medusa Discrimina, il Gigante Pregiudizio e il Mostro a Due Teste Barriera…
Disegno di cavaliere a cavallo
Il cavaliere Giovanni a caccia della Strega Ignoranza
Giovanni era un valoroso guerriero. Girava in sella al suo destriero per tutto il mondo. Era forte, coraggioso e sicuro. Tutti i reali del Paese lo acclamavano. Le donne sognavano di diventare sue spose e per tutti gli abitanti dei villaggi era un vero paladino. Combatteva contro giganti, orchi, draghi e streghe malvagie, che solo nell’udire il suo nome tremavano dalla paura!
Giovanni combatteva e non smetteva mai di lottare contro il Male, difendendo il suo valore e il suo onore e facendosi portavoce dei bisogni di chiunque implorasse il suo aiuto.
E tuttavia, sebbene il valoroso cavaliere avesse superato mille peripezie, ce n’era una che a detta di tutti non avrebbe mai potuto superare. Ebbene sì, c’era davanti a lui l’ultima prova da superare, combattere la malvagia Strega Ignoranza. Non era noto dove ella risiedesse, anzi, molti maghi buoni avevano asserito che la strega malvagia avesse dimora nell’animo degli uomini.
Giovanni rimase attonito e sebbene nella sua vita avesse combattuto contro il Drago Rotelle, la Medusa Discrimina, il Gigante Pregiudizio e il Mostro a Due Teste Barriera, non sapeva proprio come avrebbe fatto a stanare la Strega Ignoranza e a sconfiggerla una volta per tutte.
Alcuni mercanti di passaggio, giunti al Paese, portavano notizia che altri cavalieri e altre principesse avevano spesso avuto a che fare con la tanto temuta strega, ma che nessuno di loro era riuscito a sconfiggerla. La strega aveva – a detta di tutti coloro che l’avevano vista – sembianze normali, quasi piacevoli e per nessuna ragione al mondo sarebbe potuta sembrare cattiva e infida. Il povero Giovanni, però, voleva a tutti i costi distruggerla, ma, per prima cosa, doveva cercarla.
Ad aiutarlo nell’impresa fu proprio una sua cara amica, la premurosa Fata Tutela.
Fata Tutela era stata sua amica fin da quando Giovanni era bambino, entrambi avevano condiviso tante esperienze, belle e meno belle, e spesso era stata lei a supportare e a difendere il piccolo e indifeso Giovanni dai soprusi degli arroganti.
Tutela e Giovanni, ormai grandicelli, non potevano fare l’uno a meno dell’altra e il loro rapporto cresceva man mano che entrambi crescevano e cresceva anche la fiducia e la stima che avevano costruito reciprocamente nel corso degli anni.
Ma un giorno, dall’alto della sua torre in cima al vecchio castello, Fata Tutela, circondata da amuleti e pozioni magiche, ebbe un’idea. Le venne in mente che non lontano da lì viveva l’Oracolo dell’Intelligenza del quale non si conosceva bene chi e come fosse, ma che secondo la fedele fata avrebbe sicuramente aiutato il giovane a trovare la strada giusta per sconfiggere la strega.
Il cavaliere si incamminò allora per strade impervie in groppa al suo destriero e dopo giorni e giorni, giunse finalmente davanti all’oracolo. Intimidito dalla sua imponenza, con un filo di voce gli chiese: «Dimmi, gentile oracolo, come posso fare a sconfiggere la Strega Ignoranza la quale ci perseguita ormai da anni e anni?». Senza indugiare e con voce ferma, l’oracolo rispose: «Mio valoroso e giovane cavaliere, altri prima di te hanno provato a combattere la strega, ma nessuno mai prima di te era passato da me, l’Intelligenza. Quindi è per questo che ti aiuterò».
Giovanni rimase allora in silenzio e continuò ad ascoltare le parole del saggio oracolo che dicevano: «Salta in groppa al tuo destriero e raggiungi il Bosco della Tolleranza. Lì troverai la Pianta della Coscienza, coglila e piantala nei giardini di tutto il mondo, ma stai molto attento, essa è molto rara e delicata e solo nelle mani giuste potrà crescere e prosperare.
Dopo queste parole, l’oracolo scomparve e Giovanni, salito in groppa al suo cavallo, intraprese il viaggio diretto al Bosco della Tolleranza. Passavano i giorni e il valoroso cavaliere – ormai allo stremo delle forze e sul punto di abbandonare il suo scopo -, finalmente giunse nel Bosco della Tolleranza. Qui colse la Pianta della Coscienza e pieno di speranza, si avviò verso il suo villaggio.
Arrivato al castello, con l’aiuto della sua cara fata, piantò la prodigiosa pianticella. Passarono i mesi e la flebile piantina crebbe e divenne un albero, dall’albero nacquero i fiori e poi i frutti. E i frutti generarono i semi, che con l’aiuto del vento e degli amici animali, furono trasportati per tutta la terra. Divenuti forti arbusti, un giorno, anzi un magico giorno, una leggera e fresca brezza primaverile cominciò ad accarezzare le maestose chiome della Pianta della Coscienza. Un leggero venticello faceva vibrare le foglie dell’albero e con un delicato tintinnio, volarono pensieri buoni che subito pervasero gli animi delle persone, mentre magiche voci sussurravano di quelle gesta che aveva condotto un valoroso cavaliere di nome Giovanni.
La Strega Ignoranza scappò a gambe levate dagli animi che aveva contagiato, poiché a lei la Voce della Coscienza proprio non piaceva. Infatti, con il suo maleficio, aveva reso sordi gli animi delle persone, ma quel tintinnio, quella brezza magica l’avevano finalmente sconfitta…
Driiin! Dalle sale: «Giovanni, è ora di svegliarti, devi andare a scuola!». «Buongiorno mamma, sai?!! Ho fatto un sogno bellissimo!!». «Dai Giovanni, ti aiuto a sederti sulla tua sedia, appoggiati a me, ti sostengo. Hai messo i libri nello zaino?». «Nel sogno cavalcavo, mamma, ero un guerriero forte e coraggioso. Tanto forte». «Forza Giovanni, lo scuolabus ti aspetta». Ma Giovanni continuò: «Combatteva ogni giorno mamma». «Lo fai anche tu, amore». E non vissero per sempre, ma furono felici lo stesso.
La storia non è proprio a lieto fine, perché in tutte le storie – quelle reali – c’è sempre un ma. La Strega Ignoranza, infatti, non era stata sconfitta per sempre ed era sempre in agguato, pronta ad insediarsi in qualche animo stolto…

domenica 17 giugno 2012

commenti sui lavori dei gruppi

- In merito alle richieste di chiarimenti fatte da Pisoni e da Rondelli dell'Associazione Ortica, sulla seguente affermazione:

"si propone che le quote di partecipazione ai costi dei servizi da parte delle famiglie siano da subito rese eque per tutti i servizi, con la sola eccezione degli interventi su persone disabili minorenni(.............) da riconoscere come gratuiti "



Fatto salvo il principio GENERALE di partecipazione alla spesa,
dovremmo far riconoscere TUTTI i servizi diurni per persone non autosufficienti come "servizi essenziali"
per i quali il contributo deve essere calcolato in modo da garantirne la gratuità,
almeno alla maggior parte delle famiglie al di sotto di un tetto medio/basso di reddito
e non solo per le famiglie più indigenti.

Fatto salvo il principio GENERALE di partecipazione alla spesa,
dovremmo, semmai, richiedere di partecipare alla definizione delle fasce contributive ( che sono fondamentali)
allorchè venisse definito il calcolo di una eventuale quota di partecipazione.

Cosa si intedeva con "pagare il giusto" ?
IL "diritto pienamente esigibile alle prestazioni socio sanitarie semiresidenziali e residenziali, tenendo conto delle esigenze vitali delle persone non autosufficienti"
(cito dalla petizione popolare della Fondazione Promozione Sociale di Torino, dell'anno scorso - info@fondazionepromozionesociale.it )

Non dimentichiamo che il cosiddetto assegno di accompagnamento è di fatto parte integrante dell'assegno di invalidità
che "pensione" non si può definire fino a che consisterà in 270 € al mese.

Teniamo presente che gli utenti dei CDD sono numericamente il doppio degli utenti di CSE e SFA ( 840 su 1332) e che i CDD a Milano sono sempre stati gratuti.

Non sarei un buon rappresentante se non tenessi conto dell'indignazione della gran parte delle nostre famiglie,
se si troveranno a pagare anche la retta del CDD in un momento in cui già la crisi ostacola tante altre iniziative
che già prevedono un contributo o sono già completamente a carico della famiglia
(interventi domiciliari e riabilitazione extra CDD, tempo libero, Week end, sperimentazioni di vita indipendente, vacanze ...) .

Tutte le associazioni fanno coro nel sottolineare il processo di impoverimento e povertà di cui soffrono le famiglie al cui interno c'è una persona non autosufficiente,
oggi più ancora di prima, e andiamo proprio noi a proporre di pagare i Centri diurni?
O forse quella frase si presta ad altre interpretazioni?

ciao daniela