martedì 31 dicembre 2013

Sereno 2014 a tutti!



e soprattutto auguro che abbiamo la forza di lottare per i nostri ragazzi  per la loro dignità, per la qualità della vita, di avere la freschezza nelle nuove proposte e la costanza di non essere mai stanchi, e la salute soprattutto, perchè se manca la salute ...

Buon Anno Nuovo a tutti!

Pinuccia

mercoledì 13 novembre 2013

lettera per Regolamento Edilizio di Ledha Milano

Spett.le
Ada Lucia De Cesaris Vice sindaco, Urbanistica, Edilizia Privata, Agricoltura
Milano, 12 Novembre 2013
Gentile Assessore,
sono Marco Rasconi, Presidente della LEDHA di Milano, associazione di secondo livello che raggruppa 17 realtà del mondo associativo milanese che si occupano di tutte le disabilità: motorio, cognitivo e sensoriale. Il nostro obiettivo è quello di affiancarci alla macchina comunale per confrontarci sui temi e sulle politiche atte a migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità partendo dai diritti.
Pensiamo che il processo di redazione del Nuovo Regolamento Edilizio sia, in quest'ottica, un'occasione importante per promuovere ulteriormente la Progettazione Universale che, nei vent'anni che sono passati dal precedente Regolamento, ha visto un grande sviluppo, non tanto in campo normativo, quanto nella sensibilità delle persone e nella cultura progettuale.
Pensiamo quindi che sia corretta la strategia di coinvolgere il mondo associativo in questo processo e Vi ringraziamo di aver messo in atto questo tipo di collaborazione. È sicuramente importante per il Comune di Milano, anche nel regolamento, dare un segno forte che promuova la cultura della non discriminazione delle persone con disabilità, una progettazione orientate ai criteri della Progettazione Universale e l'attenzione alle esigenze dell'utenza ampliata.
Questo processo di revisione, inoltre, può essere anche occasione per risolvere alcuni aspetti procedurali o di interpretazione normativa che limitano a volte gli interventi di adeguamento.
In relazione alla bozza di testo del Regolamento Edilizio e in particolare all'Art. 78, come LEDHA Milano e attraverso la consultazione con i nostri tecnici, tra cui l'architetto Giovanni del Zanna e l'architetto Marco Buttafava, formuliamo le seguenti indicazioni:
 Titolo II - Qualità dell'Abitare: In linea con il precedente Regolamento Edilizio ci piacerebbe che un primo articolo sull'Accessibilità - quello più a carattere generale - possa essere posto nel Titolo II in cui si parla di “qualità dell'abitare”.
 Come mondo dell'associazionismo spingiamo le persone con disabilità a partecipare alla vita pubblica e ad integrarsi nella società, questo è importante perché le persone non siano escluse dal vivere la città. Per questo diventa fondamentale che sia assicurata una reale accessibilità agli esercizi commerciali (anche quelli esistenti che non sono oggetto di interventi di ristrutturazione e, in generale, alle strutture aperte al pubblico) e di tutte le attività aperte al pubblico che sono alla base della socializzazione dei cittadini (strutture ricettive, per la ristorazione, per la cultura e lo spettacolo).
 Sarebbe importante, inoltre, che il Comune spinga i condomini residenziali a migliorare l'accessibilità. Al di là della normativa vigente, è opportuno promuovere una cultura dell'accessibilità che favorisca interventi che migliorino la fruibilità per tutti, non solo per le persone con disabilità in carrozzina.
 Un altro tema è quello delle “rampe su suolo pubblico”: la dove non è possibile garantire all'interno l'accesso alla struttura (sia essa residenza o edificio aperto al pubblico) non c'è altra soluzione che realizzare uno scivolo/rampa su suolo pubblico.
Ad oggi questi interventi sono disciplinati come intervento di “occupazione di suolo pubblico” (al pari di quelli dei bar che mettono i tavolini sul marciapiede) con una procedura complessa e con i relativi oneri per la tassa di occupazione del suolo pubblico. Sarebbe importante che - pur nel rispetto della fruibilità del marciapiede, dei vincoli tecnici e delle necessarie garanzie di sicurezza - sia reso possibile, e agevole, intervenire in questa direzione.
 Elevatori per disabili con corsa superiore ai 4 metri: la normativa - DM 236/89 Art. 8.1.3 “Le piattaforme elevatrici per superare dislivelli, di norma, non superiori a ml. 4...” - parlando di elevatori parla di corsa “di norma” non superiore a 4 m: la dicitura (in parte ambigua e per altro interpretata in modo non rigido dagli stessi estensori del decreto) non indica in modo deciso un limite (non sono ammessi elevatori con corsa oltre i 4m) ma un parametro orientativo. Il tutto è ormai superato a livello normativo dalla Direttiva Macchine1 - normativa europea recepita dalla normativa italiana - che disciplina in modo più preciso del DM 236/89 questo tipo di impianti.
Gli Uffici Tecnici del Comune di Milano - da quanto ci riferiscono i nostri progettisti - non considerano la Direttiva Macchine una “norma edilizia” e quindi restano fermi ad un'interpretazione rigida del DM 236/89. In questo modo ogni installazione per più di un piano (oltre i 4 metri) non può essere realizzata con una SCIA (come invece si può fare per gli ascensori) ma deve essere presentato un Permesso di Costruire in Deroga. Questo comporta per l'Accessibilità (e per le persone con disabilità) un aggravio in termini procedurali, di tempi e in definitiva di costi. Non c'è ragione che - nel rispetto della direttiva macchine - gli ascensori possano essere installati con un una SCIA e gli elevatori no. Chiediamo quindi che nel Regolamento Edilizio si esprima con chiarezza la possibilità di installare - senza bisogno di deroga - elevatori per il trasporto di persone (o di persone disabili) con corsa anche superiore a 4 m, nel rispetto della normativa (Direttiva Macchine).
 Accessibilità alle parti comuni e agli interrati per gli edifici con deroga dell'ascensore: in relazione “agli edifici residenziali con non più di tre livelli, compresi i piani interrati e porticati, per i quali è consentita solo la deroga all’installazione di meccanismi per l’accesso ai piani superiori” vogliamo chiarire e precisare (perché è stato oggetto di gravosi contenzioni legali) che l'articolo di legge non prevede una deregolamentazione generale dell'Accessibilità delle parti comuni, ma solo la “deroga ai meccanismi per l'accesso ai piani superiori”. Quindi resta comunque l'obbligo a rendere accessibili le parti comuni a piano terra e l'accesso alle parti comuni degli interrati
1 La Direttiva 2006/42/CE del 17 maggio 2006 (detta nuova direttiva macchine) è recepita ed attuata per l'Italia mediante il Decreto Legislativo 27 gennaio 2010, n. 17 (pubblicazione del 19-2-2010 Supplemento ordinario n. 36/L alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale - n. 41) e sostituisce la direttiva 98/37/CE del Parlamento europeo (detta direttiva macchine), pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale L 331 del 07.12.1998, che si riferiva a tutti i tipi di macchinario e ai loro componenti di sicurezza messi isolatamente sul mercato (e a sua volta modificava la direttiva 89/392/CEE del Consiglio, del 14 giugno 1989). Tale direttiva è entrata in vigore in tutta Europa il 29 dicembre 2009.
(ad esempio box, cantine, locali pattumiera, ecc.). Visto che l'Art. 78 riporta questa possibilità di deroga - con riferimento alla normativa - si richiede che venga precisato il rispetto dell'accessibilità delle parti comuni a piano terra e ai piani interrati.
Altre considerazioni
 Distinzione tra Edifici Esistenti e Nuova Costruzione (o similare): è fondamentale distinguere tra interventi di nuova costruzione (o di trasformazione che modificano radicalmente l'edificio) e interventi sull'esistente. Nel primo caso il rispetto della normativa vigente (L 13/89 + DM 236/89 e LR 6/89) deve essere tassativo e inderogabile; nel secondo caso l'approccio sarà necessariamente di “compromesso” (cum pro mitto = migliore soluzione ottenibile), evitando di arrivare a soluzioni vessative (imposizioni senza senso) o a soluzioni formalmente corrette sulla carta, ma assolutamente non funzionali nella realtà (come spesso accade).
E' importante favorire una reale accessibilità, non un formale rispetto della normativa.
 Deroghe a “sfavore” e soluzioni alternative: la norma prevede l'impossibilità “impiantistica o strutturale”2. Questo principio deve essere salvaguardato, altrimenti no viene data “via di uscita” in situazioni estreme (sull'esistente) in cui non sia possibile intervenire per l'accessibilità. L'obiettivo – a nostro avviso – dovrebbe essere quello di passare da una “norma formale” ad una “norma sostanziale” che produce effettivamente una miglioramento dell'ambiente costruito. E' importante, però, che questo non diventi la scusa per non adeguare, per cui diventa fondamentale dimostrare che non ci sono altre soluzioni e che la soluzione in deroga (al di là dei limiti della norma) o la deroga “assoluta” (non adeguare) sia motivata da un'effettiva valutazione dell'accessibilità. La norma stessa prevede la possibilità di proporre soluzioni alternative3. Al fine di non rendere arbitrarie queste soluzioni, potrebbe essere utile (possibilità aggiuntiva, non obbligo di legge) produrre una relazione/valutazione da parte di una figura professionale che abbia maggiori competenze in materia (si pensi ad esempio ai Terapisti Occupazionali che si occupano di adeguamento dell'ambiente per la persona con disabilità o a Progettisti esperti di accessibilità).
 Interventi di Adattamento e contributi Legge 13: noi associazioni distinguiamo tra interventi di Adattamento (alle esigenze delle persone) e interventi di Adeguamento (alla normativa). Se da un lato risulta pacifico che interventi su parti comuni (o parte al pubblico) degli edifici debbano essere conformi alla normativa, questo non avviene all'interno dell'Alloggio dove spesso le persona adattano e personalizzano l'ambiente domestico in funzione delle loro specifiche esigenze. 2 DM 236/89 - Art. 7.5 Negli interventi di ristrutturazione, fermo restando il rispetto dell'art. 1 comma 3 della legge, sono ammesse deroghe alle norme del presente decreto in caso di dimostrata impossibilità tecnica connessa agli elementi strutturali ed impiantistici.
3 DM 236 Art 7.2 Tuttavia in sede di progetto possono essere proposte soluzioni alternative alle specificazioni e alle soluzioni tecniche, purché rispondano alle esigenze sottointese dai criteri di progettazione. In questo caso, la dichiarazione di cui all'art. 1 comma 4 della legge n. 13 del 9.1.1989 deve essere accompagnata da una relazione, corredata dai grafici necessari, con la quale viene illustrata l'alternativa proposta e l'equivalente o migliore qualità degli esiti ottenibili.)
In questo senso anche la normativa (Legge 13/89) all'art. 84 individua, come condizione, la presenza di una barriera che costituisce handicap per la persona, ma non viene detto che la soluzione di rimozione delle barriere architettoniche debba essere necessariamente a norma, quanto debba rimuovere l'ostacolo per la persona. Ora, se è evidente che all'interno delle parti comuni del condominio o in ambienti aperti al pubblico, in cui la soluzione accessibile debba essere usufruita da più persone, è necessario che vengano rispettate le prescrizioni di norma, questo criterio non trova applicazione - a nostro avviso - all'interno dell'ambito privato. Molte volte, infatti, all'interno delle abitazioni è possibile abbattere le barriere e assicurare alla persona maggiore autonomia e mobilità, anche senza arrivare ad adeguarsi a dimensioni e parametri previsti dalla norma (si pensi al bagno dove si possono rimuovere vasca e bidet, per avere più spazio, senza necessariamente garantire gli spazi di manovra/rotazione indicati dalla normativa).
 Marciapiedi - pendenze trasversali - Art. 81: da parte delle Associazioni e delle persone disabili emerge l'importanza di richiamare con attenzione la prescrizione di leggere della pendenze trasversali (max 1%), allo stesso modo in corrispondenza dei passi carrai sarebbe meglio prevedere la pendenza nella parte terminale, in modo da non inclinare trasversalmente il percorso. Questo aspetto negativo (pendenza trasversale eccessiva) rende molto disagiata la mobilità delle persone in carrozzina (manuale o elettrica) e delle persone con stampelle o deambulatore che devono percorrere un percorso inclinato lateralmente (e le pendenze che si trovano in giro superano a volte di molto il limite dell'1%, anche in interventi di nuova realizzazione). Questo - molte volte - spinge le persone in carrozzina ad abbandonare il marciapiede e ad utilizzare la sede stradale. Allo stesso tempo si sottolinea l'importanza delle segnalazioni tattili per gli attraversamenti, sopratutto là dove sono previsti scivoli per le persone in carrozzina, che, però, non permetto alla persona non vedente di percepire il limite del marciapiede.
RingraziandoVi ancora per la disponibilità a condividere con noi questo importante processo decisionale, restiamo a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Cordiali Saluti.
Per LEDHA Milano
Il Presidente
Dott. Marco Rasconi
Cell: 338 6337588
4 L 13/89 - Art. 8 “Alle domande ovvero alle comunicazioni al sindaco relative alla realizzazione di interventi di cui alla presente legge, è allegato certificato medico in carta libera attestante l'handicap [...]”
Dott. Pierfrancesco Majorino, Assessore Sanità e Servizi Sociali
Dott. Claudio Carcano, Responsabile Servizi Residenzialità
Dott. Claudio Minoja  Responsabile di Settore
Dott. Marco Cormio Presidente Commissione Politiche Sociali
Roberto Morali   Direttore LedhaMilano





                                                                                              Milano 14 novembre 2013

Oggetto: Pronto Intervento

Con la presente il Coordinamento dei CDD Milanesi intende protestare per il protrarsi della situazione di blocco dei Pronto Intervento.
Sappiamo che questo blocco è una conseguenza del mancato scorrimento delle liste di attesa degli RSD, siamo a conoscenza della mancanza di stanziamenti che ha provocato il blocco dei servizi, ma la situazione sta diventando insostenibile.
Non è possibile pensare che i genitori si possano “arrangiare” per collocare i figli nelle situazioni di emergenza.
Già è successo più volte che famiglie in difficoltà di salute si siano rivolte all’Assessorato, ricevendo risposte negative.  Il settore Disabilità è a conoscenza come noi che gli Enti Gestori che prestano servizio di “Pronto Intervento”, chiedono un contributo minimo di 84€ fino a 90€ giornalieri.
E’ paradossale che a tutt’oggi non sia stato risolto il patto di accreditamento con gli Enti Gestori che gestiscono questi servizi Essenziali.
Milano Salute che gestiva il servizio, non lo gestisce più dal luglio 2013 perché non è stato rinnovato il contratto. Le indicazioni sono state di rivolgersi al numero verde anziani   800.777.888.
La situazione che sembrava provvisoria e di emergenza si sta protraendo oltre ogni limite accettabile.
Abbiamo famiglie con casi di Alzheimer che devono sopravvivere con i loro mezzi, genitori che devono rimandare urgenti interventi chirurgici perché non sanno dove collocare i figli, famiglie dove uno dei genitori è mancato e il genitore superstite ha dovuto arrangiarsi e nei casi di maggiore difficoltà collocare a pagamento il proprio congiunto presso una struttura disponibile.

Chiediamo che venga urgentemente sbloccato il servizio di “Pronto Intervento” essendo lo stesso un servizio ESSENZIALE.
Con l’occasione segnaliamo il caso di un genitore  del Gonzaga.
Il Genitore si è presentato alla nostra Assemblea mensile in Bonola, lamentando disperato che la moglie è grave e in attesa di ricovero ospedaliero, che egli stesso non è in grado da solo di accudire la figlia  Rosalia che frequenta il CDD Gonzaga, che non ha i soldi per pagare un soggiorno della figlia presso una struttura a pagamento, che si è recato presso la direzione del suo CDD ricevendo risposta negativa, stessa risposta negativa ha avuto dagli NDD e dall’Assessorato in via S. Tomaso.


Chiediamo quindi un intervento urgente per sbloccare queste situazioni paradossali.
Attendiamo una risposta risolutiva per il caso del Sig. Sanfilippo e una risoluzione del problema dei “Pronto Intervento” nella Città di Milano, sperando di non dover ricorrere alla stampa per denunciare questo ulteriore schiaffo alla disabilità.


Cordiali Saluti






                                                                                              Pinuccia Pisoni,

                                                                                              Presidente

venerdì 13 settembre 2013

programmi?

Sinceramente non me la sento di programmare niente, sono troppo presa a seguire gli avvenimenti e cercare di non lasciarmi sopraffare.

I risultati sono che dormo male, che sono sempre stanca e non ho più spazi per me, per lo meno molto meno di quando andavo al lavoro, perchè allora gli spazi me li prendevo, ora invece col fatto che "sei a casa" è lecito e doveroso occuparsi di tutto.

E invece non è giusto, cercherò di fare una inversione di rotta? ah non lo so, per quest'anno và così.
Và anche che non me la sento di lavorare in HTML e posto le fiabe sul blog, prima o poi le lavorerò sul sito, se mi ricordo ancora come lavorare in HTML.

Cavoli, nessuno mi ha mai hakerato il sito, mentre mi hanno hakerato i forum, i guest book, e anche peggio. Ben difficile entrare in una pagina come quelle del sito ;)

Vorrei fare una grafica diversa, più semplice  da lavorare e interattiva, ma non so se ne vale la pena, nel senso che sarebbe un lavoro immane e poi?

Intanto andiamo avanti giorno per giorno, sono sempre qui...

lunedì 9 settembre 2013

L'Amico devoto

Una mattina il vecchio topo di fogna sporse la testa fuor della tana: aveva gli occhietti acuti scintillanti, due ispidi baffi e una lunga coda nera che sembrava di gomma. Nello stagno gli anatroccoli, gialli come canarini, nuotavano qua e là, e mamma anatra, che aveva le piume d’un candore abbagliante e le zampe d’un bel rosso vivo, insegnava loro a tenersi con la testa alta nell’acqua.
“Non potete entrare mai nella buona società, se non sapete tenere alta la testa” continuava a dire, e ogni tanto mostrava con l’esempio come dovevano fare. Ma gli anatroccoli non le davano retta, perché erano così giovani da non capire quale vantaggio fosse l’essere ammessi nella buona società.
“Che figlioli disubbidienti!” gridò il vecchio topo, “non meritano proprio di essere annegati”.
“Niente affatto” rispose l’anatra, “da principio, tutti dobbiamo imparare, e i genitori non sono mai abbastanza pazienti”.
“Oh! Io non m’intendo affatto delle cose che riguardano i genitori” disse il vecchio topo “perché non sono sposato, e nemmeno ho voglia di sposarmi. L’amore della famiglia è certamente una bellissima cosa, ma l’amicizia è un sentimento molto più elevato. Ti assicuro che io non conosco nulla al mondo di più nobile e più raro di un amico devoto”.
“Mi piacerebbe sapere come t’immagini che debba essere un amico devoto” intervenne un fanello verde che aveva ascoltato la conversazione standosene posato in cima a un salice.
“Già, è proprio quello che vorrei sapere anch’io” aggiunse l’anatra, e si allontanò a nuoto fino in fondo allo stagno, tenendo ben dritta la testa per dare il buon esempio ai suoi figliolini.
“Che sciocca domanda!” esclamò il topo. “Penso che un amico devoto dovrebbe essermi devoto davvero, ecco tutto”.
“E che cosa daresti tu in cambio?” domandò l’uccellino volando sopra un ramoscello argenteo e scuotendo le alucce.
“Non ti capisco”, rispose il topo.
“Allora ti racconterò una storia su questo argomento” disse il fanello.
“E’ una storia che mi riguarda?” domandò il topo. “Se è così, ti starò ad ascoltare, perché mi piacciono molto i racconti”.
“Va proprio bene per te” rispose il fanello. Poi scese a volo sulla riva dello stagno e cominciò il racconto dell’amico devoto.
“C’era una volta” disse “un onesto giovane chiamato Hans”.
“Era una persona distinta?”, domandò il topo.
No, non lo era affatto, se non per il suo cuore generoso e per la buffa faccia rotonda sempre di buon umore. Viveva solo solo in una casetta di legno e lavorava tutto il giorno nel giardino. In tuta la regione non ve n’era un altro bello come il suo. Vi crescevano garofani screziati e violacciocche, verbaschi e convoli, rose damaschine e gialle, crochi lilla e oro, viole purpuree e bianche. Le campanule, la reseda, la maggiorana e il basilico silvestre, il giglio, il narciso e il ciclamino fiorivano e sbocciavano secondo l’ordine naturale. A mano a mano che i mesi passavano, un fiore prendeva il posto dell’altro, cosicché vi era sempre qualcosa di bello da ammirare, mentre gradevoli odori profumavano l’aria.
Il giovane Hans aveva molti amici, ma il più devoto fra tutti era Hugh il mugnaio. In verità il ricco mugnaio era così devoto al piccolo Hans che, passando accanto al giardino, non poteva fare ameno di sporgersi al disopra del muretto di cinta e di cogliere un gran mazzo di fiori oppure manciate di erbe profumate. Quando era la stagione dei frutti, si riempiva le tasche di susine e di ciliegie.
“I veri amici devono avere tutto in comune” soleva dire il mugnaio, ed il piccolo Hans assentiva sorridendo ed era molto orgoglioso che il suo amico avesse idee così nobili.
Qualche volta, veramente, i vicini pensavano che era un po’ strano che il ricco mugnaio non desse mai niente in cambio al piccolo Hans, sebbene avesse un centinaio di sacchi di farina ammassati nel mulino e sei mucche da latte, e anche un grosso gregge di pecore lanose; ma Hans non aveva mai l’animo turbato da simili pensieri, e niente gli dava maggior piacere dell’ascoltare le meravigliose cose che il mugnaio diceva sul disinteresse della vera amicizia.
Il giovane Hans dunque seguitava a lavorare il suo giardino. Durante la primavera, l’estate e l’autunno era felice, ma quando veniva l’inverno, ed egli non aveva né frutti né fiori da portare al mercato, soffriva molto la fame e il freddo, e spesso doveva andarsene a letto dopo aver mangiato per cene soltanto un pugnerello di pere secche e qualche noce. D’inverno inoltre era molto solo, perché il mugnaio in quella stagione non andava mai a trovarlo.
“Non è bene che io vada dal piccolo Hans finchè nevica” diceva il mugnaio alla moglie, “perché quando uno è nei guai bisogna lasciarlo solo, senza disturbarlo con visite inopportune. Io almeno la penso così, e sono sicuro d’aver ragione. Aspetterò che venga la primavera per andarlo a trovare, allora egli potrà regalarmi un paniere di primule, e ne sarà felice”.
“Tu sei sempre molto premuroso per gli altri”, rispondeva la moglie seduta in una comoda poltrona accanto a un bel fuoco, “molto premuroso davvero. Fa proprio piacere sentirti parlare dell’amicizia. Sono sicura che nemmeno il nostro prete sa dire cose tanto belle, sebbene viva in una casa a tre piani e porti al dito mignolo un anello d’oro”.
“Perché non facciamo venire qui il giovane Hans?” domandò il figlio minore. “Se è povero, potrò dargli metà della mia minestra e fargli vedere i miei conigli bianchi per divertirlo”.
“Che figlio sciocco abbiamo!” gridò il mugnaio. “Non so proprio quale profitto tu ricavi dalla scuola; mi sembra che non impari niente. Se il piccolo Hans venisse da noi e vedesse il nostro bel fuoco, la nostra buona cena e il nostro barile di vino rosso, potrebbe diventare invidioso, e l’invidia è un sentimento molto cattivo che guasta anche il migliore degli uomini. Io certamente non voglio guastare il carattere di Hans. Sono il suo più caro amico e veglio su di lui affinché non cada in tentazione. Inoltre, se Hans venisse qui, potrebbe chiedermi d’imprestargli un po’ di farina, e questo non posso farlo. Una cosa è la farina, ed altro l’amicizia. Non bisogna confonderle. Sono parole scritte in modo differente ed il loro significato è completamente diverso. Chiunque lo capisce”.
“Come parli bene!” disse la moglie del mugnaio versandosi un gran bicchiere di birra calda; “mi sento quasi addormentata, proprio come mi accade in chiesa”.
“Molte persone agiscono bene” rispose il mugnaio “ma poche parlano bene, la qual cosa dimostra che il parlar bene è più difficile e più bello che l’agir bene”. E guardò severamente al di là della tavola il suo bambino, che, pieno di vergogna, arrossì abbassando la testa mentre le lacrime cominciavano a cadergli nella tazza, sebbene fode tanto giovane da meritare di essere perdonato.
“E’ questa la fine del racconto?” domandò il topo.
“No certo, è soltanto il principio” rispose il fanello.
“Allora non segui la moda” disse il topo. “Oggi i bravi narratori cominciano dalla fine, vanno verso il principio e concludono col mezzo del racconto. E’ questo il nuovo sistema, L’ho sentito dire l’altro giorno da un critico che passeggiava con un giovane intorno allo stagno. Parlò a lungo di questo argomento, e son certo che avesse ragione, perché portava gli occhiali blù ed era calvo. Ogni volta che il giovane faceva un’osservazione, egli rispondeva “puf!”. Ma continua il tuo racconto. Il mugnaio mi piace moltissimo, giacchè anch’io ho buoni sentimenti e tra me e lui c’è una grande corrente di simpatia”.
“Bene” disse il fanello saltellando ora su una zampa ora sull’altra. Appena finito l’inverno, quando le primule cominciarono ad aprire le loro pallide stelline, il mugnaio disse alla moglie che doveva andare a trovare il piccolo Hans.
“Che buon cuore hai!” esclamò la moglie. “Tu pensi sempre agli altri. Non ti scordare di portare con te il paniere per mettervi i fiori”.
Il mugnaio allora, legate le ali del mulino a vento con una robusta catena di ferro, scese giù per la collina con al braccio il paniere.
“Buon giorno, piccolo Hans” disse il mugnaio.
“Buon giorno” rispose Hans curvo sulla vanga e con la bocca che nel sorriso cordiale gli arrivava fino agli orecchi.
“Hai passato bene l’inverno?” domandò il mugnaio.
“Oh, siete molto buono a domandarmelo, molto buono davvero. Purtroppo ho passato momenti un po’ difficili, ma ora è venuta la primavera, e sono felice perché i miei fiori crescono bene”.
“Noi abbiamo parlato spesso di te durante l’inverno, e mi domandavo come te la saresti passata”
“Quanto siete gentile!” rispose Hans. “Io invece temevo che mi aveste quasi dimenticato”.
“Hans, mi meraviglio di questo tuo pensiero. Gli amici non si dimenticano mai, e questa è una cosa bellissima; ma io credo che tu non possa intendere la poesia della vita. A proposito, come sono belle le tue primule!”.
“Sono belle davvero” approvò Hans “e per fortuna ne ho molte. Tra poco le porterò al mercato per venderle alla figlia del sindaco, e così potrò ricomprarmi la carriola”.
“Ricomprarti la carriola! L’hai dunque venduta? Che sciocchezza hai fatto!”
“Si, è vero, sono stato costretto a venderla” disse Hans. “Sapete che l’inverno è per me una cattiva stagione; e siccome non avevo abbastanza denaro per comprarmi il pane, ho dovuto vendere prima i bottoni d’argento del mio vestito buono, poi la catena d’argento, poi la pipa, e infine anche la carriola. Ma ora potrò ricomprare tutto”.
“Hans,” disse il mugnaio “ti regalerò la mia carriola. Non è troppo in buono stato, perché è rotta da una parte e alcuni raggi della ruota sono spezzati. Si, te la darò. Sono davvero troppo generoso, e molti penseranno che faccio una sciocchezza a privarmene, ma io non sono come gli altri. Credo che la generosità sia la sostanza dell’amicizia; e, d’altronde, io potrò ricomprarmi una carriola nuova. Sta’ dunque tranquillo, che ti darò la mia”.
“Siete davvero molto generoso” esclamò il piccolo Hans, e la sua buffa faccia rotonda risplendette tutta di piacere. “Potrò accomodarla facilmente perché ho in casa un’asse di legno”.
“Un’asse di legno!” disse il mugnaio “è proprio quello che mi occorre per il tetto del granaio. Vi è un grande buco, e se non lo chiudo, il grano mi prenderà l’umido. Che fortuna che tu l’abbia detto! E’ proprio vero che una buona azione ne genera sempre un’altra. Io t’ho dato la mia carriola, e ora tu stai per darmi un’asse. Naturalmente la carriola vale molto di più , ma la vera amicizia non dà importanza a certe cose. Portami subito l’asse, così potrò cominciare oggi stesso ad accomodare il granaio”.
“Certo” esclamò il piccolo Hans, e corse nella baracca a prenderla.
“Non è molto grande” disse il mugnaio alla prima occhiata “e credo che dopo avere accomodato il tetto del granaio, non ne rimarrà abbastanza per la carriola, ma io non ci ho colpa. Ed ora che ti ho regalato la carriola, sono certo che mi darai in cambio un po’ di fiori. Eccoti il paniere, e, mi raccomando, riempilo bene”.
“Riempirlo!” esclamò il piccolo Hans sorpreso perché il paniere era davvero molto grande, e se lo avesse riempito di fiori, non ne avrebbe avuti più da portare al mercato, mentre desiderava tanto di poter ricomprare i suoi bottoni d’argento.
“Come!” replicò il mugnaio “dal momento che ti ho regalato la carriola, non è troppo davvero chiederti un po’ di fiori. Sbaglierò, ma ho sempre pensato che l’amicizia, la vera amicizia, fosse completamente libera da ogni forma di egoismo”.
“Mio caro e buon amico” esclamò il piccolo Hans “potete prendere tutti i fiori del mio giardino; preferisco la vostra stima ai miei bottoni d’argento”.
E corse a cogliere le sue graziose primule per riempire il paniere.
“Arrivederci, piccolo Hans” disse il mugnaio risalendo la collina con l’asse sulle spalle e il grande paniere sottobraccio.
“Arrivederci” rispose il piccolo Hans riprendendo a vangare la terra, tutto contento al pensiero d’aver di nuovo una carriola.
Il giorno dopo, mentre piantava chiodi nel muro per sostenere il caprifoglio, sentì la voce del mugnaio che lo chiamava dalla strada. Scese in fretta dalla scala, attraversò di corsa il giardino e guardò al di là del muretto.
Il mugnaio, che aveva sulle spalle un gran sacco di farina, gli disse: “Caro Hans, potresti portarmi questo sacco di farina al mercato?”
“Oh, mi dispiace” rispose Hans “ma ho molto da fare, oggi. Devo sistemare le piante rampicanti, annaffiare i fiori e tagliare l’erba del prato”.
“Davvero!” disse il mugnaio “mi sembra che il tuo rifiuto sia piuttosto scortese, se pensi che sto per darti la mia carriola”.
“Non dite così” esclamò il piccolo Hans “non vorrei essere scortese con voi per tutto l’oro del mondo”. Corse a prendere il berretto, e, messo il grosso sacco sulle spalle, cominciò a camminare faticosamente.
La giornata era caldissima, la strada polverosa, ed egli non aveva ancora percorso sei miglia, che fu costretto a fermarsi per riposare; poi riprese coraggiosamente il cammino e alla fine arrivò al mercato. Trascorso un certo tempo, riuscì a vendere la farina a ottimo prezzo e ritornò in fretta a casa perché temeva d’incontrare i ladri lungo la strada.
“E’ stata una giornata dura” pensò il piccolo Hans andando a letto “ma sono contento d’aver fatto un favore al mugnaio che è il mio migliore amico; tanto più che egli è sul punto di regalarmi la sua carriola”.
La mattina seguente, di buon’ora, il mugnaio andò a prendere il denaro ricavato dalla vendita del suo sacco di farina, e trovò Hans a letto perché era ancora stanco.
“Perbacco!” disse il mugnaio “sei un gran poltrone. Dovresti lavorare di più, se rifletti che sto per darti la carriola. La pigrizia è un gran peccato, e non mi piace che i miei amici siano indolenti. Non devi offenderti della mia franchezza; non parlerei così, se tu non fossi mio amico. Che valore avrebbe l’amicizia, se non si potesse esprimere sinceramente il proprio pensiero? E’ facile dire cose piacevoli per conquistare la simpatia degli altri adulandoli; il vero amico invece deve sapere dire anche cose spiacevoli senza preoccuparsi di far soffrire. Preferisce fare così, perché sa di fare bene”.
“Mi dispiace” disse il piccolo Hans stropicciandosi gli occhi e levandosi il berretto da notte “ma ero tanto stanco che sono rimasto a letto un po’ di più per ascoltare il canto degli uccelli. Non sapete che io lavoro meglio dopo aver sentito gli uccelli cantare?”
“Ne sono contento” gli rispose il mugnaio battendogli la mano sulla spalla. “Appena ti sarai vestito, voglio che tu venga al mulino per riparare il tetto del granaio”.
Il povero Hans era ansioso di rimettersi a lavorare nel giardino, perché non aveva innaffiato i fiori da due giorni, ma non osava dare un rifiuto al mugnaio che gli era tanto amico; tuttavia domandò timidamente:
“Sarei scortese se vi dicessi che ho molto da fare?”
“Davvero!? Non credo di chiederti troppo, se rifletti che sto per darti la mia carriola; ma, naturalmente, se tu rifiuti, farò dame”.
“Oh, non badate a quel che ho detto!” esclamò il piccolo Hans; e saltato giù dal letto, si vestì in fretta per recarsi al granaio.
Lavorò tutto il giorno fino al tramonto, e al tramonto il mugnaio andò a vedere a che punto era.
“Non hai ancora finito, piccolo Hans?” domandò allegramente.
“Ho finito proprio ora” rispose Hans scendendo giù dalla scala.
“Ah,” disse il mugnaio “non c’è lavoro più piacevole di quello che si fa per gli altri”.
“Certo è un gran privilegio ascoltarvi” rispose il piccolo Hans sedendo ed asciugandosi la fronte “un gran privilegio davvero. Temo che io non avrò mai delle belle idee come ne avete voi”.
“Oh, ti verranno!” rispose il mugnaio “ma devi pensarci un po’. Per ora tu sai soltanto la pratica dell’amicizia; un giorno ne conoscerai anche la teoria.”
“Lo crede possibile?”
“Non c’è dubbio; ma ore che hai accomodato il tetto, sarà meglio che tu vada a casa per riposarti, perché domani porterai le mie pecore a pascolare sul monte”.
Il povero Hans non ebbe il coraggio di dir niente. La mattina dopo all’alba il mugnaio arrivò alla capanna con le pecore, e Hans le condusse al monte. Per tutto il giorno vagò di qua e di là e quando tornò a casa si sedette così stanco che cadde addormentato sulla sedia, e si svegliò soltanto allorché il sole era già alto.
“Che bel tempo per il mio giardino!” esclamò mettendosi subito al lavoro.
Ma ormai non gli era più possibile curare i suoi fiori, perché il suo amico mugnaio gli era sempre dintorno per mandarlo a fare lunghe commissioni o chiamarlo al mulino perché lo aiutasse. Il piccolo Hans era desolato al pensiero che i suoi fiori credessero di essere stati dimenticati da lui e cercava di consolarsi riflettendo che il mugnaio era il suo migliore amico. Diceva fra sé: “Egli sta per darmi la sua carriola, e questo è un atto molto generoso”.
Così il piccolo Hans lavorava per il mugnaio, ed il mugnaio gli ripeteva tante belle cose sull’amicizia. Hans le scriveva sul suo taccuino e la sera le rileggeva proprio come uno scolaro diligente.
Una sera, mentre era seduto accanto al fuoco, sentì un forte colpo alla porta. Il vento soffiava impetuoso intorno alla casa, ed egli dapprima credette che il rumore fosse causato dalla tempesta; ma un altro colpo si fece sentire, e un altro ancora sempre più forte.
“E’ un povero viandante” pensò il piccolo Hans correndo alla porta.
Era invece il mugnaio, che teneva con una mano la lanterna e con l’altra un pesante bastone.
“Caro Hans” gli disse “sono in grande ansia. Il mio bambino è caduto giù da una scala e si è fatto male. Sono uscito per andare a chiamare il dottore, ma abita molto lontano ed è una notte orribile. Ho pensato perciò di mandarti in vece mia. Sarebbe gentile che tu facessi qualcosa per me in cambio della carriola che sto per darti”.
“Certo” esclamò il piccolo Hans “è un piacere che mi fate con la vostra richiesta e andrò subito, ma dovreste prestarmi la lanterna, perché la notte è così buia che ho paura di cadere nel fosso”.
“Mi dispiace molto” rispose il mugnaio “ma è la mia lanterna nuova, e sarebbe una gran perdita per me se si sciupasse”.
“Non importa, ne farò a meno” disse Hans, e indossata la pelliccia, si mise in testa un pesante berretto rosso, si ravvolse il collo con una sciarpa e corse via.
Che spaventosa tempesta! Nell’oscurità profonda della notte il piccolo Hans non riusciva a vedere quasi nulla e il vento era così impetuoso che a fatica egli poteva reggersi in piedi; ma non si perdette d’animo e dopo circa tre ore di cammino giunse alla casa del dottore e bussò alla porta.
“Chi è là?” domandò il dottore affacciandosi alla finestra di camera.
“Il piccolo Hans, dottore”.
“Che cosa vuoi?”
“Il figlio del mugnaio è caduto giù da una scala e si è fatto male; il mugnaio vi raccomanda di andare subito da lui”.
“Va bene” rispose il dottore, e fatti preparare il cavallo e la lanterna, infilò gli stivali pesanti, scese le scale e montato in sella si diresse verso la casa del mugnaio, mentre Hans lo seguiva faticosamente.
Intanto la violenza della tempesta cresceva di momento in momento; la pioggia cadeva a torrenti ed il piccolo Hans non poteva scorgere il cammino e non riusciva a mantenersi a pari del cavallo. Alla fine, perduta la strada, si trovò nella brughiera, luogo molto pericoloso, pieno di pozze profonde, in una delle quali il piccolo Hans annegò.
Alcuni caprai la mattina dopo trovarono il suo corpo galleggiante nella pozza e lo trasportarono alla sua capanna.
Tutti andarono al funerale del piccolo Hans, perché egli era conosciuto e godeva molta simpatia. Il mugnaio ebbe il primo posto nel corteo funebre.
“Io ero il suo miglior amico” disse “ed è giusto che abbia il posto migliore”. Così camminò alla testa del corteo ravvolto in un lungo mantello nero e asciugandosi di tanto in tanto gli occhi con un gran fazzoletto.
“La morte del piccolo Hans è una gran perdita per tutti noi” disse il fabbro quando il funerale fu terminato, e, comodamente seduti in un’osteria, tutti bevevano ottimo vino e mangiavano dolci squisiti.
“E’ una gran perdita per me senza dubbio” aggiunse il mugnaio. “Ero stato tanto buono con lui da regalargli la mia carriola, ed ora non so che cosa farne. In casa mi dà noia, ed è in tale stato che non posso venderla. Certo che non darò via più niente, perché ci si scapita sempre ad essere generosi”.
“E poi?” domandò il topo dopo una lunga pausa.
“Il racconto finisce così” rispose il fanello.
“Che cosa accadde al mugnaio?”
“Oh, proprio non lo so, e non me ne curo”.
“E’ evidente che tu per natura non sei capace di provare simpatia per nessuno” aggiunse il topo.
“Io temo invece che tu non abbia capito la morale del mio racconto”
“Che cosa?” strillò il topo.
“La morale”.
“Vuoi dunque dire che il racconto ha una morale?”
“Certamente” confermò il fanello.
“Allora avresti dovuto dirmelo prima” replicò il topo con mal garbo “non sarei stato ad ascoltarti, ed avrei fatto “puf!” come il critico; comunque posso farlo ora". E gridò “puf!” con quanto fiato aveva in gola, sbattè la coda quasi fosse una frusta e si rintanò nel suo buco.
“Vi piace il topo?” chiese l’anatra al fanello tornando a nuoto qualche minuto dopo. “Ha molte buone qualità; ma io sono madre e non posso vedere un vecchio celibe senza sentirmi venire le lacrime agli occhi”.
“Credo di averlo fatto arrabbiare, perché gli ho raccontato una storia che ha una morale” rispose il fanello.
“Oh, è sempre pericoloso far della morale” confermò l’anatra.
Ed io sono perfettamente d’accordo con lei.
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La fiaba fa parte della raccolta "Il principe felice e altri racconti" di Oscar Wilde.

martedì 2 luglio 2013

luglio 2013

Non riesco più a scrivere sul mio blog, sono incasinata col blog del Coordinamento, poi mare sì 10gg bene, a parte i miei disturbi intestinali, che mi hanno seguito anche in montagna per i primi giorni, tanto che penso sia colpa di un farmaco che prendo da un anno, comunque l'ho sospeso per precauzione: fare l'anatra non è la mia mia ambizione per i miei 60 anni.

Oggi sono doppiamente incasinata perchè devo aver preso un virus o un firewoll o qualcosa del genere.

basta per ora buona notte, appena riesco a trovare un cavo posto le foto

venerdì 7 giugno 2013

Fra poco mare

Domenica finalmente andiamo al mare, a Igea Marina, sarà una avventura perchè è la prima volta che ci andiamo e lo scorso anno abbiamo saltato per motivi fisici ed economici.
Adesso gli impedimenti restano (sia quelli fisici che quelli economici) ma abbiamo deciso di non farci sopraffare e di andare lo stesso.

Vado lasciano una marea di cose in sospeso, cose che comunque non avrebbero avuto la risoluzione in questi gironi.
Tagli dai sussidi ai disabili, tagli di tutti i generi. Non riceveremo più il contributo carburante, le fasce ora saranno 495.65€ x 3 x 2 e non x 5 quindi saremo fuori fascia.
E sono soldi in meno.
I rimborsi per le attrezzature di sollevamento non sono ancora arrivati, e chissà quando e se arriveranno.
Il mio vicino è tornato dopo 1 mese di ospedale e deve usare il mio montascale (dopo che 15 anni fa mi fece causa perchè danneggiava la scala!!!)

Io sono sempre più nervosa, e anche inadeguata per l'onere che mi hanno affibbiato, poi ci sono date impossibili da rispettare, eh cavoli!

Insomma per 10 giorni basta.
buon giugno a tutti

giovedì 30 maggio 2013

Delibera per i contributi vacanze 2013

Soggiorni di sollievo per persone con disabilità - anno 2013 -  Modifica e integrazione dei criteri approvati con Delibere di Giunta Comunale n. 1544/2007 e n.  1071/2012  per l’erogazione dei relativi contributi.
Assegnazione della spesa di € 230.000,00.
Immediatamente eseguibile


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Luisa Anzaghi                                                                                                   Claudio Maurizio Minoia
DIRETTORE DEL SETTORE                                                                            DIRETTORE CENTRALE
SERVIZI PER LE PERSONE CON DISABILITA’                                         POLITICHE SOCIALI
E PER LA SALUTE MENTALE                                                                        E CULTURA DELLA SALUTE
Documento firmato digitalmente                                                                            Documento firmato digitalmente




                                                                             
                                              
Pierfrancesco Majorino
ASSESSORE ALLE POLITICHE SOCIALI
E CULTURA DELLA SALUTE
Documento firmato digitalmente








LA GIUNTA COMUNALE

 

 

Premesso che


da anni l’Amministrazione Comunale provvede a sostenere economicamente le persone con disabilità perché possano godere di un periodo di vacanza in località climatiche garantendo contestualmente un periodo di sollievo per le famiglie che li accudiscono durante l’anno;

l’attuale situazione economica costringe tutte le Amministrazioni ad un intenso lavoro di razionalizzazione e ottimizzazione dei servizi erogati;

nel contesto più generale del contenimento della spesa di bilancio, l’Amministrazione Comunale, comunque, intende supportare le famiglie e le persone con disabilità garantendo anche per l’anno in corso contributi finalizzati ai soggiorni;

Considerato che
con deliberazione di Giunta comunale n. 1071/2012 nell’ottica della necessaria spending review, sono state approvate modifiche e integrazioni  dei criteri approvati con Deliberazione di Giunta Comunale n. 1544/2007;

in attesa della definizione della  normativa relativa all’applicazione dell’ISEE con il presente provvedimento si intende confermare quanto in precedenza deliberato, con le modifiche che di seguito si evidenziano, al fine di garantire al maggior numero di persone con disabilità la fruizione del contributo per i soggiorni estivi:

·         le persone con età compresa tra i 14 e i 65 anni che siano già in carico ad un servizio comunale (NDD, CDD, CSE, SFA, …) ovvero  non in carico ad alcun servizio del Comune, con disabilità certificata dal 75% e che presenteranno domanda di contributo per i  soggiorni di sollievo organizzati dal Comune, comparteciperanno con una parte del costo del soggiorno;
·         gli importi per la compartecipazione al costo del soggiorno, previsti dalla DGC n. 1071/2012 citata, vengono modificati secondo quanto indicato nella tabella di seguito riportata, ad eccezione delle prime tre fasce e  ultime due fasce che rimangono invariate;
·         si rende infatti necessario prevedere, in considerazione della indispensabile  riduzione di spesa, due diverse modalità di compartecipazione al costo del servizio, inserendo accanto a una quota di compartecipazione fissa, come previsto dalle delibere in precedenza adottate e sopra citate, anche una quota di compartecipazione variabile pari al 40% della differenza tra il costo effettivo del soggiorno e l’importo fisso di compartecipazione previsto dalla tabella;
Detto criterio non si applicherà alle prime tre fasce, al fine salvaguardare le persone maggiormente in stato di bisogno.
                                  
Reddito annuo procapite per componente del
nucleo familiare
partecipazione al costo della vacanza- importo fisso
partecipazione al costo della vacanza- importo variabile
fino a € 2 740,00
€ 75,00
-
€ 2.740,00 - € 3.836,00
€ 130,00
-
€ 3.836,00 - € 4.932,00
€ 185,00
-
€ 4.932,00 - € 6.028,00
€ 225,00

+ 40% della differenza tra il costo effettivo del soggiorno e l’importo fisso di compartecipazione
€ 6.028,00 - € 7.124,00
€ 340,00
€ 7.124,00 - € 8.220,00
€ 406,00
€ 8.220,00 - € 9.316,00
€ 485,00
€ 9.316,00 - €  10.412,00
€ 565,00
€ 10.412,00 - € 11.508,00
€ 632,00
€ 11.508,00 - € 12.604,00
€ 771,00
€ 12.604,00 - € 13.699,00
€ 904,00
€ 13.699,00 - € 14.794,00
80% costo
-
oltre € 14.794,00
90% costo
-

  • le persone con disabilità e con percentuale di invalidità dal 75% in carico e non in carico ai servizi comunali che non scelgono i soggiorni del Comune e che intendono autonomamente organizzare la propria vacanza assistita, nonché coloro per i quali l’Amministrazione già corrisponde, in tutto o in parte, la retta relativa all’inserimento in struttura residenziale, in quest’ultimo caso indipendentemente dalla percentuale di invalidità, anticiperanno tutto il costo del soggiorno scelto in base alla propria preferenza e,  successivamente  alla presentazione della fattura, riceveranno un contributo fisso dal Comune pari a € 300,00;

  • la concessione del contributo di € 300,00  sarà possibile solo nel caso in cui il nucleo familiare abbia un reddito netto  risultante dalla   ultima dichiarazione dei redditi, pari o inferiore a due volte l’ importo del minimo vitale,  riparametrato in base al numero dei componenti del nucleo;

  • per la fascia adolescenti e giovani con disabilità, di età compresa fra i 14 e i 25 anni, per cui verrà presentata domanda, dovranno essere organizzati soggiorni che tengano in considerazione le specifiche esigenze dell’età;

  • le persone con disabilità potranno fruire di un solo turno di vacanza (massimo 14 giorni);

·         i criteri per un’eventuale graduatoria da utilizzare nel caso in cui lo stanziamento  previsto non riesca a soddisfare tutte le richieste pervenute,  sono il reddito familiare, le condizioni sociali del nucleo,  l’ età dei genitori della persona disabile, la presenza di  ulteriori soggetti con disabilità nel nucleo familiare e la gravità della situazione di disabilità, dando priorità alle persone che siano in possesso della certificazione di gravità ex art 3 c.3 della L. 104;
con successivi provvedimenti del Direttore del Settore Servizi per le Persone con Disabilità e per la Salute Mentale verranno adottati tutti gli atti necessari e conseguenti al presente provvedimento;

 

Valutato  che


occorre assegnare la spesa pari a € 230.000,00, che rientra nell’elenco di attività e servizi  di estrema importanza ed indifferibilità individuati con Deliberazione di Giunta comunale n. 753/2013 per i quali è consentita l’assunzione di spese, nelle more dell’approvazione del Bilancio  2013;

è opportuno dichiarare il presente provvedimento immediatamente eseguibile, ai sensi dell’art 134 comma 4 del D.lgs n. 267/2000, al fine di poter erogare nel periodo estivo i contributi per i soggiorni;

Visti

  • gli artt. 48, 49, 134 IV del  D. Lgs. 267/2000
  • la Legge 328/2000 art 6 e 14 
·         gli artt. 5  h e 8 a e g della Legge n.  104/1992 e s. m. i.
il D.Lgs. 118 del 23/06/2011 e il  D.P.C.M.  del 28