mercoledì 17 aprile 2013

Coerenza



Coerenza

Io penso che sia molto difficile rappresentare efficacemente il pensiero di tante persone. Efficacemente e coerentemente.
Parlo dei nostri direttivi.  Io mi trovo nel direttivo di Ledha Milano, dei CDD milanesi e dell’Associazione Genitori Don Gnocchi.
Stiamo affrontando con molta fatica il problema della “compartecipazione alla spesa per i CDD Milanesi”.
Un argomento difficile da sostenere, i CDD fanno parte dei LEA (livelli essenziali di Assistenza), e come tali devono essere erogati a titolo gratuito (per la parte Sanitaria), stiamo parlando di Disabili Gravi.
Il Comune di Milano si trova in un momento di deficit economico. Per quando  l’Assessore sostenga che NON  sono stati tagliati fondi alla disabilità, di fatto da mesi chiede alle famiglie dei CDD di partecipare alla spesa. Le proposte sono state molteplici, ora sono arrivati ad una tabella che prende in considerazione sì l’ISEE individuale, ma anche il reddito del disabile, il che penalizza i disabili che non hanno più i genitori.
L’unico reddito dei disabili gravi è la pensione di inabilità e l’indennità di accompagnamento.  L'indennità è prevista al solo titolo della minorazione, cioè senza considerare il reddito eventualmente posseduto dall'invalido e senza riferimento all'età di questi.
Le famiglie hanno respinto in toto l’ipotesi di compartecipazione alla spesa.
Al momento non esiste una ISEE nazionale, il fattore Famiglia (proposta della Regione Lombardia)  non è stato approvato, e non è in vigore, Contemporaneamente è stato aperto un confronto, ancora in corso, fra INPS e Ministero del lavoro per chiarire la questione. Nel frattempo i limiti reddituali continuano ad essere quelli di sempre (individuali).
Se le famiglie che noi rappresentiamo si oppongono all’applicazione della “tassa sulla disabilità” (perché di questo si tratta, una tassa), come  possiamo noi membri del direttivo esprimerci diversamente e proclamare che le famiglie sono d’accordo?
Fosse anche per motivi giustificabili, come il fatto che l’approvazione del nuovo ISEE potrebbe essere più penalizzante per la famiglie, ma di fatto la proposta del Comune di Milano ha il limite temporale proprio dell’approvazione del nuovo ISEE, quindi sono argomentazione fasulle.

Pinuccia


lunedì 15 aprile 2013

Figli con handicap, aumentano le detrazioni


Sgravio fiscale di 1.620 euro se il bambino ha meno di tre anni
 Tante le novità in queste ultime settimane, detrazioni per disabili, studi di settore, cartelle di pagamento: c’è di che far girare la testa agli italiani, costretti a inseguire i colpi di scena del fisco. Perciò, per evitare fastidiosi capogiri, ecco una breve sintesi per i nostri lettori.
 Nuove detrazioni Irpef


Buone notizie per i portatori di disabilità e i loro familiari: la legge di stabilità per il 2013 (legge 228/2012) ha elevato l’importo delle detrazioni di base spettanti per i figli a carico. Pertanto, dal 1° gennaio di quest’anno, per ogni figlio portatore di handicap si ha diritto alle seguenti detrazioni: 1.620 euro se il figlio ha un’età inferiore a tre anni (in precedenza, fino al 2012 la detrazione era pari a 1.120 euro) 1.350 euro se il figlio ha un’età pari o superiore a tre anni (fino al 2012 era di 1.020 euro).Queste detrazioni spettano dal 2013 e perciò saranno usufruibili già nella busta paga di quest’anno oppure in sede di dichiarazione dei redditi dell’anno prossimo (Unico 2014 o 730 2014).
 Guida per i disabili
 Per avere un quadro attuale dei benefici fiscali disposti per i contribuenti disabili, sul sito dell’Agenzia delle Entrate www.agenziaentrate.it è comparsa la nuova versione dell’apposita “Guida alle agevolazioni fiscali per i disabili”. Tra le principali novità della guida troviamo proprio l’aumento delle detrazioni Irpef riconosciute ai contribuenti con figli a carico, l’agevolazione dell’Iva ridotta al 4% per l’acquisto di veicoli in leasing, l’esenzione dalla tassa annuale sulle imbarcazioni dei disabili con determinate patologie, le semplificazioni introdotte dal decreto legge n. 5/2012 riguardo alle certificazioni delle persone con disabilità. La guida spiega, inoltre, come ripartire la detrazione per figli a carico tra i genitori e indica il procedimento da seguire con la relativa formula per determinare la detrazione Irpef effettiva.
 Handicap e auto
 Com’é noto esistono importanti agevolazioni fiscali per aiutare il disabile nei suoi problemi di mobilità. Le agevolazioni previste per i mezzi di locomozione utilizzati in via esclusiva o prevalente dal portatore di handicap riguardano tra l’altro l’acquisto di autovetture, motoveicoli, motocarrozzette e altri veicoli, la riparazione del mezzo, la riduzione dell’Iva al 4% e l’esenzione dal bollo auto e dall’imposta di trascrizione sui passaggi di proprietà. Sull’acquisto del veicolo una novità è rappresentata dalla possibilità per la persona disabile di usufruire dell’Iva agevolata anche quando si compra con un contratto di leasing. Il beneficio può essere richiesto solo nell’ipotesi in cui il leasing sia di tipo “traslativo”, cioè contenga una particolare clausola contrattuale che preveda al termine della locazione il trasferimento della proprietà del veicolo al soggetto utilizzatore. Infatti, solo in questo caso la società di leasing può applicare l’Iva ridotta sia sul prezzo di riscatto del veicolo sia sui canoni di locazione periodici.
 Altri bonus
 Oltre a quelle appena dette esistono altre agevolazioni per il mondo dei disabili. Tra queste, ad esempio, la detrazione Irpef per le spese sostenute per gli addetti all’assistenza, nei casi di non autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana; la detrazione del 36% (elevata al 50% fino al 30 giugno 2013) per i lavori di abbattimento delle barriere architettoniche; le agevolazioni per il sostenimento delle spese sanitarie e per l’acquisto di mezzi di ausilio (sussidi tecnici e informatici, cane guida per i non vedenti, servizi di interpretariato per i sordi).
 Studi di settore
 Cambiamo argomento e, poiché giugno si avvicina, passiamo a uno dei temi che più preoccupano gli italiani con partita iva, come tanti amministratori di condominio, artigiani e professionisti del pianeta casa. Stiamo parlando degli studi di settore, i famigerati strumenti di accertamento del reddito che in base ad un sofisticato programma informatico, attribuiscono un reddito presunto al contribuente, sulla base di elementi contabili ed extra contabili da lui dichiarati. Nel mese di marzo la Commissione degli esperti ha dato l’ok alle integrazioni degli studi di settore, trovando l’accordo anche per i nuovi indicatori di tipo generale applicabili alle imprese e per i correttivi per le attività professionali, da utilizzare nel caso delle stabili collaborazioni. Per le aziende sono stati valutati positivamente alcuni nuovi indicatori di coerenza economica, mentre per le attività professionali sono stati apportati dei correttivi riguardanti, in particolare, i lavoratori che nei primi anni dell’attività collaborano con studi già avviati dai quali percepiscono compensi forfettari.
 Cartelle del Catasto e obbligo di mediazione
 Dal 1° dicembre 2012 l’Agenzia delle Entrate ha assorbito l’Agenzia del Territorio e per effetto della nuova risistemazione delle agenzie fiscali, i ricorsi contro i ruoli emessi dagli uffici provinciali-Territorio dell’Agenzia delle Entrate, non superiori ai 20mila euro, devono essere preceduti per forza dalla mediazione tributaria obbligatoria (di cui tra l’altro ci siamo occupati qualche settimane fa). I ricorsi interessati vertono sulle imposte ipotecarie, le tasse ipotecarie, i tributi speciali catastali, gli oneri e le sanzioni amministrative. L’incorporazione tra le due agenzie insomma ha reso obbligatorio l’istituto della mediazione anche ad atti che prima ne erano in qualche modo esclusi. Attenzione perciò a non presentare ricorso senza prima aver rispettato le nuove regole anche per le controversie con il Catasto gestite dai nuovi uffici provinciali-Territorio. Come ulteriore effetto dell’incorporazione é stato necessario aggiornare la cartella di pagamento, con il Provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate del 20 marzo 2013. Nelle nuove cartelle le avvertenze specificano come il ricorso debba essere preceduto dall’istituto del reclamo-mediazione e spiega modalità e tempi di presentazione dell’istanza.
 Hanno collaborato Daniele Cuppone e Alberto Martinelli

Tratto da: http://www.gazzettino.it

martedì 9 aprile 2013

Riflessione sulla ipotesi di partecipazione alla spesa


Mi capita di dover ragionare con persone incompetenti,  mi capita di dover arrabbiarmi con persone pseudo competenti, ma solo piene di boria e di parole.
E poi ancora trovarmi in un gruppo che vive la disabilità in varie forme, chi in prima persona, chi familiare, e trovarmi davanti a muri di incomprensione.
Io sostengo e continuerò a sostenere che le disabilità sono diverse. Non si può paragonare una disabilità fisica a una disabilità psichica. Meno che mai una disabilità fisico-sensoriale, ad una psichica.
Se un disabile è in carrozzina per recarsi al Centro ha diritto al trasporto gratuito, e se  questo tragitto deve essere compiuto dai familiari per garantirgli la frequenza, questo fino ad ora era un diritto riconosciuto dal Comune di Milano, con un rimborso delle spese di benzina in base al reddito familiare.
Ora nei CDD Milanesi c’è una notevole varietà di disabilità, per lo più sono disabili fisici, ma a causa delle liste di attesa bloccate da 2 anni, parecchi disabili psichici e sensoriali  che avrebbero dovuto frequentare gli SFA/CSE, sono stati dirottati ai CDD.
Sarebbe doveroso fare un censimento delle tipologie di disabilità e indirizzare i disabili verso il servizio più idoneo a loro. Non ha senso che chi ha solo problemi relazionali venga trattato allo stesso modo di chi ha problemi fisici, col conseguente contributo Regionale abbastanza alto.
In uno SFA (servizio formazione autonomia) l’intervento è squisitamente educativo, in un CDD è educativo e sanitario.
A prescindere da questa considerazione, non sono assolutamente assimilabili.
Succede così dispersione di interventi e confusione.
Se per un disabile motorio viene richiesto un rapporto di 1:2 per un altro il rapporto può essere più alto.
Se parte un progetto di “sollievo” come “PROGETTAMI” e la struttura è con barriere architettoniche, e non possiede anche requisiti Sanitari, è ovvio che questo servizio non è per tutti.
Un progetto ambizioso che doveva accompagnare il disabile e la famiglia ad allontanarsi dolcemente e gradatamente, si è rivelato un “sollievo”  temporaneo.
E le strutture di “sollievo” per disabili gravi, sono state abolite come finanziamenti, quindi non esistono più e c’è solo posto per i “pronto intervento” , dove il disabile grave può accedere solo per gravi problemi familiari (ricovero del genitore, incidente ecc.)
Chiedere poi un contributo di partecipazione alla spesa uguale per tutti è iniquo e miope. Non tiene per nulla conto delle caratteristiche e peculiarità dei disabili  e delle risorse della famiglia.
Senza contare che mentre per un disabile non motorio non necessitano strutture particolari, per un disabile motorio necessitano sollevatori, pedane, servo scala, aiuti ortopedici, aiuti anche fisici, spese  a carico sempre della famiglia.
Sono mesi che discuto su questi aspetti, ma fanno orecchie da mercante.