giovedì 4 dicembre 2014

Figli di un Dio molto minore

disabili gravi
Sto parlando degli ex IDR, cioè dei ragazzi/e più gravi che nel 2006 erano inseriti nei DDR  della Don Gnocchi, della Sacra Famiglia, del Don Orione.
Ragazzi che nel 2006 avevano superato i 18 anni e a causa delle loro minorazioni, erano stati inseriti in strutture a carattere prevalentemente sanitario.
Nel 2006 la convenzione con i citati Enti Gestori rischiava di non essere rinnovata. Intervenne la Regione Lombardia che stipulò una convenzione per la parte sanitaria, restava la parte educativa da coprire, deliberarono che ammontasse a 15 €  e avrebbe dovuto essere a carico della famiglie. (primo caso di compartecipazione alla spesa).
Già erano in essere i CDD convenzionati coi comuni, per questa settore, il Comune di Milano deliberò di versare LUI agli enti Gestori i 15 €, non le famiglie.
Anche allora la quota che i Comuni versavano per i CDD era di 45 € al giorno, era sicuramente un bel risparmio per i Comuni versare solo 15€ invece che 45€, per gli utenti più gravi poi. La regione versava circa 61 €  per utente in fascia di alta gravità.
Passarono gli anni, nel 2009 vennero stipulate altre convenzioni per i disabili gravi nei CDD (giunta Moratti, Assessore Landi di Chiavenna) . Venne richiesto che in tale sede si potesse sanare la questione dell'accreditamento degli ex IDR: assolutamente NO. Figuriamoci se il Comune si assumeva l'onere di pagare il triplo per lo stesso servizio. Eticamente per gli Enti Gestori, non era pensabile un diverso trattamento di questi disabili, quindi meglio pagare meno, tanto non cambiava nulla.
La delibera Regionale non aveva scadenza, l'unica scadenza era il decesso degli ex IDR.
Passarono gli anni, la quota versata dalla Regione Lombardia per gli ex IDR era sempre uguale, quella del Comune Idem.
Niente schede SIDI, minutaggio prefissato 531 minuti a settimana di trattamento sanitario, a fronte di 1300 minuti di un utente CDD in fascia 1.
Ma stessi locali, stesso personale, stessi compagni, stesso CDD. SOLO FIGLI DI UN DIO MOLTO MINORE.
Ora nel 2014, a 8 anni dalla delibera Regionale, sono rimasti pochi ex IDR nei CDD. Ma per questi pochi  c'è la discriminante che costano molto agli Enti Gestori, rendono poco e chiedono più assistenza degli altri, essendo stati categorizzati tra i più gravi 8 anni or sono.

La domanda è: possibile assimilare completamente  gli ex IDR ai CDD? Non sarebbe ora di smetterla di lucrare sui più fragili? Su chi nel 2006 aveva 18 anni e non è ancora deceduto? Su chi ha più bisogno di altri di attenzioni?
E non sarebbe ora che le famiglie di questi ragazzi si sentano meno colpevoli di aver generato FIGLI DI UN DIO DOPPIAMENTE MINORE? Di sentirsi trattare come inferiori dai direttori, di vedersi applicare balzelli iniqui (vedi Sacra Famiglia) ?

Pinuccia, mamma di un figlio di un Dio Molto Minore


venerdì 18 luglio 2014

Siamo Italiani?

Posso dire che sono stufa di sentire dire:"che vuoi siamo Italiani" come se con questo si potessero giustificare tutte le nefandezze di questo sordido Paese.

Già, sordido Paese asservito al potere, con una giustizia che assolve un puttaniere e annulla un ricorso più che legittimo di Genitori Caregiver, che chiedono il riconoscimento del loro stato di assistenti familiari gratuiti.

E solo in Italia e nel terzo mondo, non vengono riconosciuti i Caregivers, il nostro non è un paese Civile! Il nostro è un paese dove vince chi ha i soldi e ha il Potere. Qualcuno pensa che Renzi sia Presidente del consiglio perchè gli Italiani volevano cambiare?!

Ma dai scordatevelo, Renzi è Presidente del Consiglio perchè il Potere (le Banche, il Capitale) ha deciso di scommettere su di lui. E i Media hanno montato così bene la cosa che il 40,8%  ha votato per il PD alle Europee.
La forza del Capitale. Visto come le Banche sono favorite dai decreti governativi? come invece chi ha bisogno del sostegno pubblico sia dimenticato e tartassato?

E questa della sentenza del tribunale del Lavoro che Annulla la richieste di riconoscimento dei genitori Caregivers, è una prova in più di quanto sia bene tarata la bilancia della giustizia italiana: pende sempre da una parte!

E non mi si dica più: "siamo in Italia!!" si dica: "siamo nel terzo Mondo!".
E se proseguiamo così, cedendo agli altri Paesi le nostre risorse migliori e tenendoci in casa la muffa... ah che bel paese!



giovedì 15 maggio 2014

"Carrozzine fuoristrada" per scalare le montagne: a Bolzano il raduno europeo

jolette

ROMA. Si chiamano “Joëlette”, arrivano dalla Francia e permettono di “scalare le montagne” anche a chi non può camminare. Ormai diffuse e utilizzate in molte zone montane d’Italia, il 23 e 24 maggio le “carrozzine fuoristrada” di tutta Europa si incontreranno Bolzano, per il primo raduno internazionale. La Joëlette ha una sola ruota, dotata di sospensione e freno: grazie agli appositi bracci anteriori e posteriori, viene condotta di solito da due accompagnatori, specificamente formati e allenati: con la forza delle loro braccia e delle loro gambe, infatti, Joelette può sfidare anche i sentieri più impervi e le salite più impegnative. Unica condizione indispensabile per il passaggio di Joëlette è che il sentiero sia largo almeno 40 cm. Ai due accompagnatori principali, si affiancano in molti casi una terza e a volte anche una quarta persona, che contribuiscono a trainare la carrozzina mediante una fune, nei tratti di maggiore pendenza e per aiutare a superare eventuali ostacoli.

“Il percorso da compiere deve essere preventivamente verificato per valutarne la difficoltà – spiega Leonardo Paleari, dell’associazione ‘Il cammino possibile’ - Certi ostacoli, che un camminatore supera senza neanche badarci, possono diventare insormontabili o comunque molto difficili per la Joëlette. La Joëlette passerà facilmente ovunque passa una bici da montagna, ma naturalmente ogni ostacolo (gradini, tratti rocciosi, tronchi d’albero) richiede un maggiore sforzo”. Fondamentale è l’addestramento degli accompagnatori: tutti volontari, che prestano le proprie braccia e le proprie gambe per permettere a tutti di godere della bellezza della montagna. A questi volontari sono rivolti i corsi di “addestramento” promossi da diverse associazioni.

Se l’alpinismo “per tutti”, o meglio “condiviso”, com’è in questo caso, è diffuso soprattutto in Francia, anche in Italia sono sempre di più le associazioni che si dotano di Joëlette per rendere accessibili sentieri e percorsi in montagna. A livello europeo, fare da modello è la Handi Cap Evasion, che organizza trekking e “grandi traversate” in Francia e in altri paesi europei e non solo. Ora, in Italia, si svolgerà per la prima volta il raduno europeo di Joëlette, che chiamerà a raccolta utenti, associazioni e accompagnatori, per confrontare esperienze e idee per il futuro.

L’iniziativa sarà ospitata a Bolzano, nell’ambito del Festival del camminare in programma dal 23 al 25 maggio. Il 23 si svolgerà un incontro-dibattito, con scambio di esperienze tra le realtà che già operano con Joëlette in Italia ed Europa. Il giorno successivo, invece, sarà la volta dell’escursione “condivisa” con persone a mobilità ridotta.

“Una protagonista dello sport, Caroline Kostner, dopo aver vinto la medaglia olimpica, ha detto così: ‘La medaglia è bella, ma la cosa più bella è il cammino per arrivarci, sul quale tante persone mi hanno aiutato’. Quando si va in escursione con un disabile, questo lo si capisce subito: l’importante non è arrivare, l’importante è partire. Mettersi in cammino, anche su di una carriola, vuol sempre dire vivere meglio. L’escursione condivisa è quindi un’ ottima scuola di escursionismo”.

Ma cos’è l’escursione condivisa? “Non è una attività assistenziale, né in senso di volontariato benefico (non è “dare un po’ del nostro tempo”), né in senso tecnico - spiga Paleari - Non è la montagna-terapia vera e propria (che si occupa del disagio psichico), ma piuttosto una montagna-terapia in senso universale. Condividere l’escursione significa avere un compito che ci unisce, la montagna senza barriere, in cui ognuno mette la sua personalità, la sua volontà, le sue capacità, e il gruppo ha sempre in sé quello che serve per il cammino della giornata. Se la vetta della montagna risulta accessibile, ci si arriva; se non lo è, ‘il bello non è la medaglia, ma il cammino per arrivarci’.

Vogliamo andare verso un giorno in cui lo stare insieme a persone con disabilità non sarà più percepito come una forma di volontariato di una parte verso l'altra, ma sarà semplicemente vivere qualcosa insieme, partecipare alla stessa attività per ciò che rappresenta, senza barriere. Lo spirito dell’escursione condivisa – conclude Paleaeri - è quello di compensare le differenze di capacità fisica nella pratica dell’escursionismo. Naturalmente questo all’inizio non è facile. Ma dopo che si è iniziato, il resto lo fa la solidarietà, che ancora muove i cuori degli uomini, quando c’è un obiettivo comune, da raggiungere rispettando le capacità di ciascuno. E’ questo il valore aggiunto che possiamo dare alla nostra passione per la montagna”. (cl)

lunedì 3 marzo 2014

Ignoranza pericolosa

In base alla legge regionale 740 del settembre scorso in vigore da gennaio (con successive modifiche e circolari applicative) la Regione Lombardia erogherebbe 1000€  per le disabilità gravissime,
ma non ne hai diritto se frequenti un CDD o  un servizio socio-assistenziale.
In  Fondazione Don Gnocchi ci sono 4 CDD (120 utenti), 1 Cefos (corso di formazione professionale 30 utenti) 1 Scuola Elementare Speciale(65 utenti) una RSD con 45 ragazzi.
Io ho studiato bene la Legge Regionale 740, ma non fidandomi ho chiesto a Ledha specifiche , poi ho fatto  comunicazione ai genitori di non perdere tempo a fare la domanda perchè la delibera non prevedeva per i CDD l'erogazione del voucher.

Vado al Punto Fragilità della mia zona, perchè un genitore di una compagna di mio figlio mi ha telefonato dicendomi che a lui l'hanno erogato.  E per capire bene come funziona. So che per la scuola dell'obbligo è previsto, ma non per i CDD perchè già erogano un contributo che varia dai 30 ai 50 € al giorno a seconda delle schede SIDI (schede che devono essere compilate dagli educatori per segnalare i trattamenti e i progressi o regressioni dei ragazzi).
Gentilissime le signore del Punto Fragilità di Bande Nere.  Mi fanno fare la domanda anche se non ne avrei diritto perchè mio figlio frequenta un CDD. E come mai?
Perchè da comunicazioni dell'alto, hanno indicato di accettare tutte le domande provenienti dalle famiglie che frequentano la Don Gnocchi, perchè alla don Gnocchi c'è solo una Scuola Speciale.  Anzi è tutta una Scuola Speciale!
E stiamo parlando di fondi erogati per il fondo per l'autosufficienza, non mi capacito che abbiano fatto errori così madornali, bastava che il Dirigente di Settore facesse un salto  in Don Gnocchi per vedere cosa stava pagando.
E  se le cose non vengono evidenziate subito, poi gridano al falso invalido, al falso cieco, e chi paga siamo sempre noi. In ogni caso anche se non fossi stata Presidente dei CDD Milanesi, non avrei sottaciuto questa situazione paradossale.
Intanto in base alla loro profonda ignoranza, vincolano i disabili a non fare più di 20 giorni di assenza nell'arco dei 365 giorni!
Metto comunque in  dubbio la bontà del provvedimento legislativo, perchè i disabili adulti hanno sicuramente più necessità dei bambini che frequentano le scuole Elementari.
Di fatto però i CDD già ricevono un contributo da parte di ASL.  Mentre per le scuole elementari il contributo è relativo ai trattamenti riabilitativi ricevuti.
In compenso dopo i 21 anni i nostri ragazzi hanno diritto solo a 20 trattamenti di fisioterapia all'anno. Già, ripetibili a giudizio del Fisiatra. Ma il Fisiatra si guarda bene dal richiederli, a meno che non insorga una situazione di emergenza (intervento ortopedico, Botulino).


venerdì 7 febbraio 2014

Richieste

Pronto intervento


I posti di pronto intervento  erano presenti presso gli Enti gestori nei locali appositamente attrezzati  e in base alle caratteristiche del disabile, fornivano un sostegno alla famiglia che avesse necessità di cure, in caso di malattia del genitore o ricovero ospedaliero sempre di un membro della famiglia di appartenenza. Questo servizio veniva messo a disposizione dei disabili afferenti ai CDD, SFA, CSE, minori.
Veniva gestito da Milano Salute, la cui prestazione è stata disdettata nel luglio 2013, dando comunicazione alle famiglie di rivolgersi al numero verde anziani per necessità urgenti.
Di fatto le famiglie di disabili che hanno avuto necessità di ricorrere al Pronto intervento,  si sono trovate a dover pagare per intero la degenza temporanea presso gli Enti Gestori, perchè non è stata ratificata dal Comune di Milano una convenzione per il servizio degli stessi.
Nel 2013 non era possibile o comunque difficilissimo accedere alle strutture di pronto intervento, perchè nelle stesse  venivano ricoverati gli utenti che avevano fatto domanda per RSD. Non avendo stipulato la convenzione per gli RSD, i disabili rimanevano anche per periodi di 6 mesi ricoverati nei posti di pronto intervento, bloccando così l'accesso a chi aveva necessità di ricoverare temporaneamente il familiare.
Mentre la situazione degli RSD si è in un certo modo sistemata, con convenzioni e dando corso alle domande in lista di attesa, così non è stato per i Pronto intervento.
Gli Enti Gestori hanno pian piano chiuso tutti i posti di pronto intervento.
Ultimo fra questo il pronto intervento della Fondazione Don Gnocchi, che ospiterebbe 6 utenti.  L'argomentazione è stata che dovevano essere effettuati dei lavori di ristrutturazione, di fatto, con la fine di febbraio 2014 in tutto il territorio milanese non sarà più possibile accedere a qualsivoglia servizio di emergenza. A meno di pagare, ma ci sono famiglie che non hanno la possibilità di pagare dai 90€ ai 100€ al giorno , anche per un periodo limitato (il tempo di un intervento chirurgico, di un ricovero ospedaliero, un lutto... ecc.)

Il sollievo


Fino al 2011 era presente sul territorio Milanese un servizio di Sollievo, complementare al servizio di pronto Intervento, ma diverso nella sostanza. Vi potevano accedere, previa domanda presso gli NDD,  i disabili gravi o gravissimi frequentanti i CDD,  le cui famiglie avessero bisogno di un periodo di "sollievo dalla cura".
Stiamo parlando di Caregiver familiari che ogni giorno provvedono ai disabili, escluse le ore in cui questi frequentano i CDD.
Il servizio di sollievo era utile anche per abituare il disabile ad allontanarsi temporaneamente dalla famiglia.

Per ovviare a questa mancanza, le Colonie anni fa vennero chiamate "vacanze Sollievo" . Anche se le Vacanze  gestite dalle Cooperative nulla hanno a che vedere con il servizio di sollievo citato più sopra .

Vacanze



Nel corso del 2013 è stato deliberato dal Comune di Milano, che la "Vacanze sollievo" non facevano parte dei servizi essenziali, e di conseguenza con la delibera del 24 maggio 2013, sono state aumentate in modo esponenziale le quote a carico della famiglie, e diminuita della metà la somma messa a disposizione dal Comune ( da 400.000 euro a 230.000 euro).
Sempre nel 2013, solo nel maggio sono stati erogati i contributi per le Vacanze e a metà giugno è stato assegnato il ad AIAS per gestire le " Vacanze sollievo", e tenere i rapporti con le Cooperative.
Quindi le famiglie sono venute in possesso del "catalogo vacanze" nel mese di Luglio 2013.
Il lavoro di coordinamento e conoscenza che il Coordinamento CDD Milanesi aveva sempre svolto in favore delle famiglie, per permettere lo scambio di informazioni prima della partenza, non è stato impossibile.
A tutt'oggi non si sa quanto verrà erogato dal Comune come parziale contributo.
A tutt'oggi non si sa con quale criterio verrà richiesto il contributo alle famiglie: ISEE? ISEE individuale o familiare? tabelle riferite ai 730?.

Per riassumere:
1.       necessita il ripristino del servizio di Pronto Intervento e in misura abbastanza sostenuta.
2.       Urge il ripristino del Sollievo (si possono usare  le stesse strutture del Pronto intervento oppure quelle di Progettami, qualora venisse confermato che Progettami può proseguire?)
3.       A proposito di Progettami: è stato realizzato solo per i meno gravi. Sia i disabili motori che i disabili sensoriali gravi sono stati rifiutati dal progetto,  sicuramente sono disabili di serie B, visto che la disabilità grave e gravissima non viene mai presa in considerazione.

Compartecipazione alla spesa


Visto il DGR 740 e successive norme di applicazione,  considerato che la quota Sanitaria dei CDD è a intero carico dell'ASL, che i CDD sono considerati come LEA (livelli essenziali di Assistenza), riteniamo illegittimo e pretestuoso che il Comune voglia applicare ai CDD una compartecipazione alla spesa , da parte delle famiglie,  per i servizi educativi prestati dai CDD. 


Pinuccia Pisoni Presidente CDD Milanesi




Come gestiranno le assenze

740 e assenze

cito la circolare del 17 gennaio:

Rendicontazione e modalità di pagamento
Per le attività di rendicontazione e monitoraggio e per le modalità di pagamento si precisa che:
  • ·         deve essere remunerata solo la giornata di accettazione e non quella di dimissione;
  • ·         per i periodi di assenza, deve essere pagata solo la giornata di rientro e non quella di uscita;

non è remunerata la giornata di dimissione, neanche in caso di decesso in struttura. Se tuttavia il decesso o la dimissione per altra causa interviene nello stesso giorno dell’ammissione in struttura, la giornata è remunerata;
  • è prevista la remunerazione a carico del FSR delle assenze dell’utente entro il limite massimo di 10 giorni consecutivi di assenza nel periodo di durata del PAI;

nel caso di ricoveri ospedalieri, la remunerazione viene garantita solo a condizione che l’Unità d’Offerta assicuri, all’ospite ricoverato, prestazioni di carattere assistenziale integrative e/o sostitutive dei famigliari. Di tali prestazioni deve essere data evidenza nel Fascicolo personale.
Per le tempistiche e gli strumenti di rendicontazione si fa riferimento a quanto previsto nel paragrafo generale della Sezione 1.

1.3. Gestione del Piano di assistenza individuale
La realizzazione del Progetto individuale si concretizza con l’avvio del PAI (Piano di Assistenza Individuale) che può avere una durata massima di sei mesi, fermo restando la coerenza con le tempistiche e gli obiettivi/interventi previsti dal Progetto individuale, compatibilmente con le risorse disponibili.
Il PAI deve contenere il dettaglio delle prestazioni/interventi previsti.
Se durante la realizzazione del PAI emergono variazioni nelle condizioni della persona assistita (quali ad esempio: dimissione successiva ad un ricovero ospedaliero/riabilitativo) o della sua famiglia (ad esempio: la famiglia, a seguito di modifica delle condizioni dei membri, necessita di un maggiore sostegno) deve essere effettuata una nuova valutazione da parte della ASL. A seguito della nuova valutazione l’ASL aggiorna il Progetto individuale e l’Ente erogatore predispone un nuovo PAI, previa chiusura di quello in corso e relativa richiesta di liquidazione dello stesso.
Qualora il progetto individuale abbia durata inferiore a sei mesi, alla scadenza del Piano di assistenza individuale, se le condizioni della persona e le risorse lo consentano, l’Ente erogatore può richiedere all’ASL l’attivazione di un nuovo PAI, l’ASL valuta la richiesta ed eventualmente aggiorna il Progetto individuale.
Il PAI può essere sospeso per diversi motivi quali, a titolo esemplificativo, ricovero in struttura  ospedaliera/riabilitativa, soggiorno di vacanza, ecc.. I periodi di sospensione possono essere recuperati tenendo conto che, in ogni caso, il voucher va utilizzato entro il 31 dicembre 2014.
 L’Ente gestore darà comunicazione di tali sospensioni all’ASL. Il PAI può essere interrotto anticipatamente rispetto alla scadenza prevista per motivazioni diverse, ad esempio: volontà della persona/famiglia, venir meno delle condizioni che hanno determinato il Progetto, ecc.., in questo caso l’Ente gestore ne darà immediata comunicazione all’ASL.


Questi provvedimenti provocano un buco  di bilancio enorme per gli anti Gestori, soprattutto gli interventi volti a regolamentare le assenze.
Non è statisticamente sostenibile un piano che prevede la retribuzione di 10gg di assenza  dell'utente indipendentemente dalla considerazione che le assenze avvengono per motivi di salute o  altro.
La nostra utenza dei CDD mediamente effettua assenza per circa 60gg l'anno, per motivi familiari o di salute.
Questo provoca ora, con  l'attuazione della delibera 740 e circolari applicative, un buco di bilancio insostenibile per gli Enti Gestori che potrebbero essere costretti a rivedere la qualità dei servizi offerti.

Il Coordinamento dei Genitori dei CDD si batte per la qualità della vita dei ragazzi inseriti nei CDD Milanesi, Convenzionati o Comunali che siano.
E non può accettare queste limitazioni capestro, in questa misura.
Alcuni Enti gestori hanno minacciato in caso di assenza la dimissione dei disabili , questo è contrario al diritto di scelta riabilitazione e cura.
Attendiamo risposte e modifiche sostanziali alle circolari esplicative  della 740.




Pinuccia Pisoni Presidente CDD Milanesi

martedì 4 febbraio 2014

Sono disabile e sono un delinquente?

La regione lombardia in data 20-12-2013 ha approvato una delibera sulle regole al riguardo del settore socio sanitario tra le quali  ha nel suo interno la modifica delle assenze degli utenti residenziali e dei diurni ponendo un tetto massimo di 20 giorni nell'arco dell'anno pena decadenza della contribuzione alla Don Gnocchi con la probabile perdita del posto.
Di sicuro questo problema è forte per i ragazzi che pur essendo in una RSD hanno ancora la possibilità di fare il fine settimana nella famiglia di origine, o in altri posti con gli amici.Vengono meno anche le vacanze che si programmano al di fuori delle RSD. Qui termino perchè la lista delle cose che un ragazzo potrebbe fare sarebbe  lunga, ma di fatto con questa delibera gli viene tolta anche la libertà di scegliere . E' costretto alla libertà condizionata che viene concessa a persone che hanno commesso un reato . Tutto questo è ingiusto è scorretto. cosa si può fare per spingere la regione a cambiare questa regola capestro ?

Un  compagno di Omar dice: "  ma non ho fatto nessun reato non ho scelto io di diventare disabile o solo scelto di vivere in una RSD per diminuire il peso alla mia famiglia senza dover per forza tagliare le visite del fine settimana e quando non vado in famiglia ho una rete di amici che mi ospitano  che reato è essere disabile?"

Il problema è forte anche per le famiglie dei ragazzi che stanno nei CDD. Viene tolta l'autonomia di gestire il proprio tempo. Viene calpestata la Convenzione ONU sui diritti dei Disabili nel momento in cui viene negata al disabile e alla sua famiglia la possibilità di stare insieme e di andare in ferie.

Chiedo alle Associazioni di muoversi subito contro questa delibera!






venerdì 24 gennaio 2014

E poi ti viene da urlare...

Dopo 40 anni di lavoro, che anche per andare a far pipì dovevi chiedere il permesso, per la malattia la giustifica del medico, per i permessi handicap, uguale, per ogni movimento un permesso, bene, è finita, pensi. No: per prima cosa una settimana dopo che hai firmato la mobilità, succede che decretano l'aumento dell'età pensionabile, quindi ora dopo 3 anni, sei a casa in limbo, senza nessun reddito, e chissà fino a quando? sicuramente fino all'ottobre prossimo.
Poi pensi che hai dedicato la tua vita e tutta te stessa a tuo figlio, non gli hai fatto mancare nulla. 10 anni fa ti sei resa conto che non potevi continuare a portarlo in albergo, ami la montagna e lui ama la montagna, scegli un posto accessibile alle carrozzine e compri un appartamentino, lo attrezzi con sollevatore, fai adattare la doccia,  e finalmente ti sembra di essere in paradiso.

Lo godremo assieme, oramai non devi più giustificare tutto ai tuoi "Padroni"...
E invece no.
Succede che l'Asl Regione Lombardia emana una circolare, quindi il tuo Ente Gestore ti chiama e ti comunica che dopo 20gg di assenza, anche per malattia, nell'arco dell'anno solare, loro non ricevono più indennizzo dall'Asl. Quindi  non avendo introiti o ti adatti a non andare in ferie (e queste ferie in questa casa in montagna sono sacrosante, perchè l'hai presa per lui), oppure ti rassegni ad averlo dimesso.
Si , perchè se supera un certo numero di assenze entra in gioco il contratto di accesso che hai firmato tre anni fa, costretto, nel mese di luglio,  che dice che l'Ente Gestore ha la facoltà di dimettere l'Utente, concordando con comune e servizi sociali, d'accordo, ma potrebbe.

Allora ti viene da urlare, e pensare di fare un gran casino, e dire basta all'imu, mini-imu, tares, tarsi, e tutte le sigle maledette inventate per fregarti. E mandare a quel paese il tuo Ente Gestore, il tuo Comune  perchè non fa nulla per aiutare, vuole solo i soldi, anche lui, la tua Regione, perchè sono tutti dei gran parolai, ma vogliono fare cassa sulla pelle dei disabili, e questo non è accettabile.
E  tutto questo quando ti senti invecchiare, perdere le forze, e ti vengono pure a dire che i "pronto interventi" non ci sono più nel tuo Comune... perchè troppo onerosi. Quindi se ti capita qualcosa, di star male o di morire, tuo figlio dove và?
In una struttura a pagamento, sui 100 euro al giorno. E tu questo non le lo puoi permettere.
Perchè anche tuo marito non sta in gamba e per curarsi deve farlo privatamente, altrimenti ??!

No, non ci stai, e allora ti viene proprio da urlare.