Il Comune di Milano ha proposto la partecipazione alla spesa
solo per i CDD Milanesi, dato che gli SFA CSE CAD già pagano 60€ più una quota
mensa non calmierata e i trasporti.
Si sono rotti i tavoli degli incontri, perche la proposta
del Comune è inaccettabile, dopo due anni di fermo e 1 anno di tavole rotonde,
ci sarà solo come contropartita lo scorrimento delle liste di attesa per SFA CSE CAD e residenzialità.
Anche le famiglie dei CDD Milanesi chiedono equità e
giustizia, se la proposta di
partecipazione alla spesa fosse stata equa e giusta, l’avremmo sposata appieno.
Personalmente sono convinta che arriveremo ad una
definizione di compartecipazione alla spesa, ma nei termini di equità e
giustizia.
Da maggio 2012 stiamo discutendo tra noi e con il terzo
settore sulle criticità del mondo dell’handicap. Siamo partiti dai gruppi di
lavoro sulla residenzialità, sui CDD, sulla mobilità, sulla vita indipendente,
sulle emergenze, e dopo un anno non siamo arrivati a nulla.
Abbiamo chiesto che muovessero le liste di attesa e siamo
ancora ad aspettarle. Abbiamo chiesto
che i Pronto interventi fossero
sbloccati, ma questo non è potuto
succedere perché le residenzialità sono bloccate, con una giungla di
compartecipazioni che variano a seconda della data di inserimento nelle
strutture.
Abbiamo partecipato a
forum dove Majorino prima ha subordinato tutti gli interventi alla compartecipazione
alla spesa, poi l’ha negato, poi l’ha chiesto nuovamente.
Quale fiducia possono avere ora le famiglie nelle proposte
del Comune di Milano?
La qualità dei servizi è garantita solo dalla schede SIDi,
non è possibile fare nuovi inserimenti nei CDD
non perché manchino spazi o strutture, ma perché manca il personale che
possa garantire un trattamento educativo e non solo di parcheggio.
Non sono le 32€ o le 107€
mensili che possono sbloccare la situazione. Il Comune di Milano versa per gli utenti CDD 47,50 € al giorno, cosa sono 32€ mensili se
non una tassa sull’handicap?
Al momento non esiste altro ISEE che quello individuale,
vecchio di 10 anni. Si attende la riforma dell’ISEE. Non c’è il fattore
famiglia regionale.
Con quali garanzie le famiglie possono approvare una tassa
di questo tipo?
Su quelle della qualità dei servizi? Quale qualità?
Perché non si parla di scorrimento delle liste di attesa dei
CDD? Dove sono finite?
Se qualcuno ci
garantisce lo scorrimento delle liste di attesa dei CDD, la formazione degli operatori, la sicurezza
che questa tassa sperimentale possa essere
abolita e non aumentata nel momento di uscita dalla crisi, la garanzia
di poter accedere alla bisogna al
“sollievo” per tutti, anche al di fuori di “progettami”, la possibilità di
avere un contributo per le Vacanze, per tutti, il ripristino dell’assistenza
domiciliare, l’attenzione ai progetti di vita indipendente, il via a progetti
di sperimentazione di comunità alloggio
e case famiglia, accessibili anche ai disabili motori, allora anche le famiglie dei CDD si
sentiranno più motivate ad accettare questa tassa sulla disabilità.
Le opinioni personali hanno un senso se riportano il sentimento della base. Non
hanno più senso se sono solo personali.
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