venerdì 7 febbraio 2014

Richieste

Pronto intervento


I posti di pronto intervento  erano presenti presso gli Enti gestori nei locali appositamente attrezzati  e in base alle caratteristiche del disabile, fornivano un sostegno alla famiglia che avesse necessità di cure, in caso di malattia del genitore o ricovero ospedaliero sempre di un membro della famiglia di appartenenza. Questo servizio veniva messo a disposizione dei disabili afferenti ai CDD, SFA, CSE, minori.
Veniva gestito da Milano Salute, la cui prestazione è stata disdettata nel luglio 2013, dando comunicazione alle famiglie di rivolgersi al numero verde anziani per necessità urgenti.
Di fatto le famiglie di disabili che hanno avuto necessità di ricorrere al Pronto intervento,  si sono trovate a dover pagare per intero la degenza temporanea presso gli Enti Gestori, perchè non è stata ratificata dal Comune di Milano una convenzione per il servizio degli stessi.
Nel 2013 non era possibile o comunque difficilissimo accedere alle strutture di pronto intervento, perchè nelle stesse  venivano ricoverati gli utenti che avevano fatto domanda per RSD. Non avendo stipulato la convenzione per gli RSD, i disabili rimanevano anche per periodi di 6 mesi ricoverati nei posti di pronto intervento, bloccando così l'accesso a chi aveva necessità di ricoverare temporaneamente il familiare.
Mentre la situazione degli RSD si è in un certo modo sistemata, con convenzioni e dando corso alle domande in lista di attesa, così non è stato per i Pronto intervento.
Gli Enti Gestori hanno pian piano chiuso tutti i posti di pronto intervento.
Ultimo fra questo il pronto intervento della Fondazione Don Gnocchi, che ospiterebbe 6 utenti.  L'argomentazione è stata che dovevano essere effettuati dei lavori di ristrutturazione, di fatto, con la fine di febbraio 2014 in tutto il territorio milanese non sarà più possibile accedere a qualsivoglia servizio di emergenza. A meno di pagare, ma ci sono famiglie che non hanno la possibilità di pagare dai 90€ ai 100€ al giorno , anche per un periodo limitato (il tempo di un intervento chirurgico, di un ricovero ospedaliero, un lutto... ecc.)

Il sollievo


Fino al 2011 era presente sul territorio Milanese un servizio di Sollievo, complementare al servizio di pronto Intervento, ma diverso nella sostanza. Vi potevano accedere, previa domanda presso gli NDD,  i disabili gravi o gravissimi frequentanti i CDD,  le cui famiglie avessero bisogno di un periodo di "sollievo dalla cura".
Stiamo parlando di Caregiver familiari che ogni giorno provvedono ai disabili, escluse le ore in cui questi frequentano i CDD.
Il servizio di sollievo era utile anche per abituare il disabile ad allontanarsi temporaneamente dalla famiglia.

Per ovviare a questa mancanza, le Colonie anni fa vennero chiamate "vacanze Sollievo" . Anche se le Vacanze  gestite dalle Cooperative nulla hanno a che vedere con il servizio di sollievo citato più sopra .

Vacanze



Nel corso del 2013 è stato deliberato dal Comune di Milano, che la "Vacanze sollievo" non facevano parte dei servizi essenziali, e di conseguenza con la delibera del 24 maggio 2013, sono state aumentate in modo esponenziale le quote a carico della famiglie, e diminuita della metà la somma messa a disposizione dal Comune ( da 400.000 euro a 230.000 euro).
Sempre nel 2013, solo nel maggio sono stati erogati i contributi per le Vacanze e a metà giugno è stato assegnato il ad AIAS per gestire le " Vacanze sollievo", e tenere i rapporti con le Cooperative.
Quindi le famiglie sono venute in possesso del "catalogo vacanze" nel mese di Luglio 2013.
Il lavoro di coordinamento e conoscenza che il Coordinamento CDD Milanesi aveva sempre svolto in favore delle famiglie, per permettere lo scambio di informazioni prima della partenza, non è stato impossibile.
A tutt'oggi non si sa quanto verrà erogato dal Comune come parziale contributo.
A tutt'oggi non si sa con quale criterio verrà richiesto il contributo alle famiglie: ISEE? ISEE individuale o familiare? tabelle riferite ai 730?.

Per riassumere:
1.       necessita il ripristino del servizio di Pronto Intervento e in misura abbastanza sostenuta.
2.       Urge il ripristino del Sollievo (si possono usare  le stesse strutture del Pronto intervento oppure quelle di Progettami, qualora venisse confermato che Progettami può proseguire?)
3.       A proposito di Progettami: è stato realizzato solo per i meno gravi. Sia i disabili motori che i disabili sensoriali gravi sono stati rifiutati dal progetto,  sicuramente sono disabili di serie B, visto che la disabilità grave e gravissima non viene mai presa in considerazione.

Compartecipazione alla spesa


Visto il DGR 740 e successive norme di applicazione,  considerato che la quota Sanitaria dei CDD è a intero carico dell'ASL, che i CDD sono considerati come LEA (livelli essenziali di Assistenza), riteniamo illegittimo e pretestuoso che il Comune voglia applicare ai CDD una compartecipazione alla spesa , da parte delle famiglie,  per i servizi educativi prestati dai CDD. 


Pinuccia Pisoni Presidente CDD Milanesi




Come gestiranno le assenze

740 e assenze

cito la circolare del 17 gennaio:

Rendicontazione e modalità di pagamento
Per le attività di rendicontazione e monitoraggio e per le modalità di pagamento si precisa che:
  • ·         deve essere remunerata solo la giornata di accettazione e non quella di dimissione;
  • ·         per i periodi di assenza, deve essere pagata solo la giornata di rientro e non quella di uscita;

non è remunerata la giornata di dimissione, neanche in caso di decesso in struttura. Se tuttavia il decesso o la dimissione per altra causa interviene nello stesso giorno dell’ammissione in struttura, la giornata è remunerata;
  • è prevista la remunerazione a carico del FSR delle assenze dell’utente entro il limite massimo di 10 giorni consecutivi di assenza nel periodo di durata del PAI;

nel caso di ricoveri ospedalieri, la remunerazione viene garantita solo a condizione che l’Unità d’Offerta assicuri, all’ospite ricoverato, prestazioni di carattere assistenziale integrative e/o sostitutive dei famigliari. Di tali prestazioni deve essere data evidenza nel Fascicolo personale.
Per le tempistiche e gli strumenti di rendicontazione si fa riferimento a quanto previsto nel paragrafo generale della Sezione 1.

1.3. Gestione del Piano di assistenza individuale
La realizzazione del Progetto individuale si concretizza con l’avvio del PAI (Piano di Assistenza Individuale) che può avere una durata massima di sei mesi, fermo restando la coerenza con le tempistiche e gli obiettivi/interventi previsti dal Progetto individuale, compatibilmente con le risorse disponibili.
Il PAI deve contenere il dettaglio delle prestazioni/interventi previsti.
Se durante la realizzazione del PAI emergono variazioni nelle condizioni della persona assistita (quali ad esempio: dimissione successiva ad un ricovero ospedaliero/riabilitativo) o della sua famiglia (ad esempio: la famiglia, a seguito di modifica delle condizioni dei membri, necessita di un maggiore sostegno) deve essere effettuata una nuova valutazione da parte della ASL. A seguito della nuova valutazione l’ASL aggiorna il Progetto individuale e l’Ente erogatore predispone un nuovo PAI, previa chiusura di quello in corso e relativa richiesta di liquidazione dello stesso.
Qualora il progetto individuale abbia durata inferiore a sei mesi, alla scadenza del Piano di assistenza individuale, se le condizioni della persona e le risorse lo consentano, l’Ente erogatore può richiedere all’ASL l’attivazione di un nuovo PAI, l’ASL valuta la richiesta ed eventualmente aggiorna il Progetto individuale.
Il PAI può essere sospeso per diversi motivi quali, a titolo esemplificativo, ricovero in struttura  ospedaliera/riabilitativa, soggiorno di vacanza, ecc.. I periodi di sospensione possono essere recuperati tenendo conto che, in ogni caso, il voucher va utilizzato entro il 31 dicembre 2014.
 L’Ente gestore darà comunicazione di tali sospensioni all’ASL. Il PAI può essere interrotto anticipatamente rispetto alla scadenza prevista per motivazioni diverse, ad esempio: volontà della persona/famiglia, venir meno delle condizioni che hanno determinato il Progetto, ecc.., in questo caso l’Ente gestore ne darà immediata comunicazione all’ASL.


Questi provvedimenti provocano un buco  di bilancio enorme per gli anti Gestori, soprattutto gli interventi volti a regolamentare le assenze.
Non è statisticamente sostenibile un piano che prevede la retribuzione di 10gg di assenza  dell'utente indipendentemente dalla considerazione che le assenze avvengono per motivi di salute o  altro.
La nostra utenza dei CDD mediamente effettua assenza per circa 60gg l'anno, per motivi familiari o di salute.
Questo provoca ora, con  l'attuazione della delibera 740 e circolari applicative, un buco di bilancio insostenibile per gli Enti Gestori che potrebbero essere costretti a rivedere la qualità dei servizi offerti.

Il Coordinamento dei Genitori dei CDD si batte per la qualità della vita dei ragazzi inseriti nei CDD Milanesi, Convenzionati o Comunali che siano.
E non può accettare queste limitazioni capestro, in questa misura.
Alcuni Enti gestori hanno minacciato in caso di assenza la dimissione dei disabili , questo è contrario al diritto di scelta riabilitazione e cura.
Attendiamo risposte e modifiche sostanziali alle circolari esplicative  della 740.




Pinuccia Pisoni Presidente CDD Milanesi

martedì 4 febbraio 2014

Sono disabile e sono un delinquente?

La regione lombardia in data 20-12-2013 ha approvato una delibera sulle regole al riguardo del settore socio sanitario tra le quali  ha nel suo interno la modifica delle assenze degli utenti residenziali e dei diurni ponendo un tetto massimo di 20 giorni nell'arco dell'anno pena decadenza della contribuzione alla Don Gnocchi con la probabile perdita del posto.
Di sicuro questo problema è forte per i ragazzi che pur essendo in una RSD hanno ancora la possibilità di fare il fine settimana nella famiglia di origine, o in altri posti con gli amici.Vengono meno anche le vacanze che si programmano al di fuori delle RSD. Qui termino perchè la lista delle cose che un ragazzo potrebbe fare sarebbe  lunga, ma di fatto con questa delibera gli viene tolta anche la libertà di scegliere . E' costretto alla libertà condizionata che viene concessa a persone che hanno commesso un reato . Tutto questo è ingiusto è scorretto. cosa si può fare per spingere la regione a cambiare questa regola capestro ?

Un  compagno di Omar dice: "  ma non ho fatto nessun reato non ho scelto io di diventare disabile o solo scelto di vivere in una RSD per diminuire il peso alla mia famiglia senza dover per forza tagliare le visite del fine settimana e quando non vado in famiglia ho una rete di amici che mi ospitano  che reato è essere disabile?"

Il problema è forte anche per le famiglie dei ragazzi che stanno nei CDD. Viene tolta l'autonomia di gestire il proprio tempo. Viene calpestata la Convenzione ONU sui diritti dei Disabili nel momento in cui viene negata al disabile e alla sua famiglia la possibilità di stare insieme e di andare in ferie.

Chiedo alle Associazioni di muoversi subito contro questa delibera!