- In merito alle richieste di chiarimenti fatte da Pisoni e da Rondelli
dell'Associazione Ortica, sulla seguente affermazione:
"si
propone che le quote di
partecipazione ai costi dei
servizi da parte delle
famiglie siano da
subito rese eque per tutti i servizi, con la sola eccezione degli interventi su
persone disabili minorenni(.............) da riconoscere come gratuiti
"
Fatto salvo il principio GENERALE di partecipazione alla spesa,
dovremmo far riconoscere TUTTI i servizi diurni per persone non
autosufficienti come "servizi essenziali"
per i quali il contributo deve essere calcolato in modo da garantirne
la gratuità,
almeno alla maggior parte delle famiglie al di sotto di un tetto
medio/basso di reddito
e non solo per le famiglie più indigenti.
Fatto salvo il principio GENERALE di partecipazione alla spesa,
dovremmo, semmai, richiedere di partecipare alla definizione delle fasce
contributive ( che sono fondamentali)
allorchè venisse definito il calcolo di una eventuale quota di
partecipazione.
Cosa si intedeva con "pagare il giusto" ?
IL "diritto pienamente esigibile alle prestazioni socio sanitarie
semiresidenziali e residenziali, tenendo conto delle esigenze vitali delle
persone non autosufficienti"
(cito dalla petizione popolare della Fondazione Promozione Sociale di
Torino, dell'anno scorso - info@fondazionepromozionesociale.it )
Non dimentichiamo che il cosiddetto assegno di accompagnamento è di fatto
parte integrante dell'assegno di invalidità
che "pensione" non si può definire fino a che consisterà in 270 € al
mese.
Teniamo presente che gli utenti dei CDD sono numericamente il doppio degli
utenti di CSE e SFA ( 840 su 1332) e che i CDD a Milano sono sempre stati
gratuti.
Non sarei un buon rappresentante se non tenessi conto dell'indignazione
della gran parte delle nostre famiglie,
se si troveranno a pagare anche la retta del CDD in un momento in cui già
la crisi ostacola tante altre iniziative
che già prevedono un contributo o sono già completamente a carico della
famiglia
(interventi domiciliari e riabilitazione extra CDD, tempo libero, Week end,
sperimentazioni di vita indipendente, vacanze ...) .
Tutte le associazioni fanno coro nel sottolineare il processo di
impoverimento e povertà di cui soffrono le famiglie al cui interno c'è una
persona non autosufficiente,
oggi più ancora di prima, e andiamo proprio noi a proporre di pagare i Centri diurni?
O forse quella frase si presta ad altre interpretazioni?
ciao daniela
Buongiorno a tutti: sta sorgendo un utile dibattito sulla questione della compartecipazione.
RispondiEliminaMi sembra che, nelle intenzioni di chi ha steso e rivisto con altri il documento vada premesso che la compartecipazine alla spesa e' comunque riferito al reddito della persona con disabilita' che utilizza i servizi. Per quanto riguarda la dicitura "equa partecipazione", si vuole richiamare l'attenzione al fatto che per i servizi diurni, attualmente, vengono richiesti, ad eccezione dei CDD, contributi diversi indipendentemente dalla valutazione dei costi dei servizi e del reddito della persona o della sua famiglia.
Inoltre, in questo momento, come tutti sapete, su questo tema ci sono messaggi diversi e confusi da parte delle istituzioni, vedasi l'annuncio del fattore famiglia Regione Lombardia, gli annunci dell'assessorato in merito ai contributi della persona, la nuova normativa sull'ISEE in preparazione a livello nazionale.
Dunque, l'affermazione di una compartecipazione equa( che ammetto non entrare nel dettaglio) sta ad affermare anche una volonta' di migliore comprensione e approfondimento di quanto le programmazioni, in particolare, comunali e regionali prevedono o prevederanno tenendo fermo il fatto che per i minori al di sotto dei 18 anni, la frequentazione dei servizi va considerata alla pari della scuola dell'obbligo.
Sicuramente non manchera' l'occasione di riprendere questo discorso per chiarire criteri di applicazione e tipologie di servizi e magari anche di complessita'/gravita' della disabilita'.
A presto, lella Manzoni
Visto che il dibattito è stato aperto ancora un chiarimento : ma a quali interventi sui minori fate riferimento se l'unico accessibile attualmente è lo sfa solo dal diciassettesimo anno di età ? Gli altri minori con disabilità vengono mandati direttamente al centro diurno (attualmente gratuito)in quanto se non fossero così gravi potrebbero stare tranquillamente nella scuola.
RispondiEliminaInoltre occorre specificare che Il servizio dei cdd attivo ai sensi della Dgr 18334 del 23 07 2004 è regolamentato dalla legge regionale 7/19874 del 7/12/2004 dove vengono stabilite le quote procapite erogate per ciascun ospite.
Chiedo se per caso tali importi sono stati ridotti o modificati nel frattempo a tal punto di dover chiedere una compartecipazione alle famiglie. Oppure è nelle intenzioni dell'amministrazione comunale ridurre la compartecipazione alla spesa ? E' a questo che vi riferite quando scrivete di carenze economiche?
Come evidenziato in più tavoli è stata espressa da più fronti l'esigenza di una trasparenza nella gestione dei servizi anche di quelli offerti dal terzo settore ma che ci sembra non sia stata evidenziata in nessun documento. Riteniamo invece che come questo avviene in ambito scolastico (anche le scuole paritarie presentano un bilancio di gestione) dovrebbe esserci da parte dei genitori la possibilità di accedere e verificare i bilanci relativi ai servizi che vengono erogati soprattutto se nell'immediato futuro c'è l'intenzione di rendere equa la loro compartecipazione alla spesa.
associazione ortica milano
Buongiorno Nenette,
RispondiEliminail tema del progetto di vita individuale l'abbiamo ribadito più e più volte.Non è possibile garantirlo partendo da un budget a disposizione ma evidenziando i bisogni e
partendo da quelli definire che cosa serve.
Noi abbiamo proposto la nostra visione unitaria e completa dei bisogni delle persone con disabilità ma nel documento che si intende presentare non c'è nessun riferimento a quanto da noi esposto in sede di condivisione.
Secondo noi serve trasparenza assoluta nell'informazione e nella rendicontazione finanziaria ( vale per tutti gli enti, dal comune alle associazioni dei famigliari)e possibilità di cogestione degli interventi che è l'unica con-partecipazione sensata che intendiamo affrontare prima di poter parlare di compartecipazione alle spese. Ricorderei inoltre che l'ottica della partecipazione della famiglia ai servizi non è nuova ( vedi scuola pubblica o realtà associative della disabilità ) e là dove si è lavorato in sinergia si sono ottenuti grandi e importanti conquiste di diritti.
Forse voi come genitori del coordinamento centri diurni/cse e sfa avete più voce in capitolo per farvi ascoltare e per fare inserire queste richieste.
cordialmente
Associazione l'Ortica
Grazie della risposta.
RispondiEliminaSperiamo di riuscire ad evidenhziare un pensiero concreto ma anche lungimirante.
A me, per esempio, non danno alcuna garanzia di qualità della vita la definizione dei LEA, o il controllo del rispetto degli standard.
Buona giornata
Nenette