Messaggero Veneto del 26-01-2013
Disabili, la tassa sulle famiglie regge al vaglio
dei giudici
PORDENONE. Ricorso respinto, la compartecipazione alla spesa, da parte delle
famiglie di persone disabili, minori compresi, che frequentano centri diurni o
residenziali, è dovuta. Lo ha detto il Tar del Friuli Venezia Giulia che ha
cassato il ricorso presentato da 13 famiglie pordenonesi che avevano impugnato
la delibera della Regione (la 481 del 10 marzo 2010) che aveva istituito la
compartecipazione, e contestato la decisione della Ass 6 di darle attuazione.
Ovviamente il Tar entra nel merito per motivare la decisione, ma forse a noi,
comuni mortali, interessa poco la dottrina e un po’ di più la logica, o il
cuore. Di che cosa parliamo? Di “chi” parliamo? Parliamo di persone disabili,
di ragazzi disabili, ragazzi e ragazze che non hanno mai lavorato nè mai
lavoreranno, che sono cresciuti grazie all’amore e alla dedizione delle
rispettive famiglie, che hanno dallo Stato un’indennità di invalidità di 250
euro circa. Che cosa offriamo loro, come società? Non un lavoro, nè una vita
autonoma, nè un’occupazione, nè un posto, nè un ruolo. Offriamo “luoghi” in cui
possono trascorrere del tempo in attività più o meno utili, affiancati da
operatori, dove possono beneficiare di alcuni servizi, e dove possono vivere 24
ore al giorno se non hanno alternative. Ma non “gratis”, chiedendo una
compartecipazione alla spesa. Vale la pena chiedersi se a queste persone e alle
loro famiglie di “debba” chiedere di compartecipare alla spesa. Anche in
momenti di spendind review imperante come questi, forse ci sono ambiti in cui
anche lo Stato dovrebbe dimostrare di avere cuore. Il ricorso, portato avanti
dall’avvocato Francesco Longo, è stato respinto perché le varie disposizioni
della norma regionale andavano contestate da ogni singolo soggetto e non in un
ricorso collettivo. Il Tar ha anche chiarito che quelle impugnate sono norme di
carattere sociale e non sanitario. (e.d.g.)
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